3 de febrar 2019
La simpatia per il Faini mi è nata già nel primo incontro, nel 2017, quando gli ho chiesto di partecipare a L’AMBROSIN DE LEGN.
Solo qualche delucidazione ed ha accettato di partecipare, nella sezione cantautori dicendomi: “se l’è per tegni viv el milanes… vegni”.
Poi… qualche tempo fa, leggendo la controcopertina del suo CD "biciclette a altri personaggi" mi ha colpito la sintesi e la chiarezza di una frase** con la quale esprimeva un non facile concetto.
Trovatomi assolutamente d’accordo, ho pensato di sfruttare la sua sintesi e gli ho chiesto di pubblicarla qui sul sito.
Anche quella volta si è dimostrato disponibile.
All’inizio dell’anno, durante una telefonata nella quale gli facevo gli auguri di buon hanno, il Faini mi ha accennato l’argomento trattato nella sua ultima pubblicazione.
Gli ho proposto di incontrarci nel suo studio per spiegarmelo più approfonditamente, e cogliendo la palla al balzo, gli ho chiesto di videoregistrare la nostra conversazione.
Secondo te… un personaggio come lui, uno che non è restio a… per lo meno conoscere, le novità e a sperimentare (vedi la sua pittura) cosa poteva rispondere?
Cliccando sull’immagine qui sotto puoi vedere il video, relativo a “Milanese scritto”.
Per quelli sul Faini pittore, disegnatore e musicista… sono in lavorazione.
Se vedom... elbor
La frase** “volutamente nella grafia fonetica, cioè nel milanese come l’autore lo parla e lo ha sempre sentito parlare. Con buona pace di certi puristi che si ostinano a ingabbiarlo in regole arcaiche, compiacendosi nel definirlo lengua, senza pensare che così facendo ne fanno una lingua morta, anziché un dialetto vivo”.