7 de Dicember 2018
Con l’approccio distaccato e professionale, me l’ha detto il medico, con quello affettuoso, preoccupato ed amabile, anche un paio di amici me l’hanno sconsigliato, “lassa perd, traa minga in pè di gibilee, tanto non cambia nulla”.
Ma mì, ma mì, ma mì… MÌ PARLI SÌ.
Per leggere tutto il post clicca sull'immagine a lato oppure qui.
Follia, ossessione? Noooo, è la voglia di chiarezza e verità, che vengono da dentro che non posso, non riesco e non voglio soffocare.
E quindi, il lungo silenzio non ha significato che alla fine ho ingoiato il rospo e dimenticato tutto.
Nooooo. Chi l’ha pensato non mi conoscono per nulla.
Se il primo post, quello dei “puntini sulle Ï” (clicca qui per leggerlo) somministrato sottoforma di un denso ed a tratti nauseabondo “sciroppo” per la bassezza dei fatti narrati, non ha prodotto alcun effetto, questo secondo post, suttoforma di “pillole” bravi, leggere se paragonate agli ingredienti dello sciroppo, ma... ugualmente significative, magari serviranno a qualcosa.
E se anche queste non servissero a nulla, perlomeno saranno servite a togliermi questi sassi che da un anno ho nella scarpa. Così camminerò più sereno e de in pace con me stesso.
Giusto per inquadrare meglio e darti un ulteriore spiegazione di questa mia "ossessione" - che poeta che son diventato. A metà novembre 2018, il numero di visite ricevute dal post dei
“puntini sulle Ï” era di ben cinquecentosettantacinque 575.
Ho fatto uno screenshots (foto del video) dall'applicazione di programmazione, che include anche la funzione “conteggio visite” per ciascun post.
Nota.
Visitato 575 volte non significa che è stato letto, sino in fondo, stampato o salvato per i posteri da 575 persone. Tantomeno che siano 575 persone differenti ad averlo visitato.
Uno può (ed è ragionevole pensarlo) averlo visitato più volte per leggerlo, tutto o in parte.
Comunque sia... non male, vero?
E adesso, che scuse', ma mì voeuri cuntav…
Gastroenterite a vita
Scampato pericolo.
Un paio di mesi prima dell’agosto 2017, mio figlio e sua moglie mi hanno chiesto di suggerirgli un nome per la loro figlia in arrivo. Pensando che la nascitura avrebbe rotto un’egemonia maschile dei Borgonovo, che da 110 anni imperversava, ho suggerito il nome dell’ultima Borgonovo, la sorella di mio nonno Piero, nata all’inizio del secolo scorso: Paola.
Mi era sembrato un pensiero carino ed segno di continuità tra le due donne.
Né a mio figlio né alla futura mamma è piaciuto, così il sei di agosto 2017 l’hanno chiamata Anita, la neonata Principessa.
Un bellissimo nome, di origine spagnola, è il diminutivo di “Ana” e si è diffuso in Italia, in primis per essere il nome della moglie (brasiliana) dell’eroe dei due Mondi, in seguito… nella “versione” svedese, per essere quello della brava e bella attrice Anita Ekberg.
(L’11 ottobre, anche la mia “figliastra” brasiliana ha avuto un bambino, Benicio, facendomi diventare tembém um avô brasileiro. Quindi oggi sono… il nonno dei due Mondi).
Dicevo del nome… PERFORTUNAAAAAA che i genitori di Anita non hanno ascoltato il mio consiglio. Perché???
Me ne sono reso conto sei mesi dopo la nascita di Anita. Il nome che avevo suggerito era lo stesso di una “persona” che credevo fosse una amica sincera, ed invece era una FALSA AMICA e non linguisticamente parlando.
In quel periodo faceva parte del consiglio direttivo dell’Associazione del quale ero e sono Presidente, e collaborava alla realizzazione di un mio progetto al quale tenevo molto, L’AMBROSIN DE LEGN.
Una falsa amica… che ha tradito la mia di amicizia, (ancora non so per quale motivo) dimettendosi improvvisamente, senza dare alcuna motivazione. Una scelta che vista l’influenza sulla sua corte, è probabile… questo lo posso solo supporre, che abbia invogliato a dimettersi anche gli altri consiglieri.
Rabbrividisco oggi al pensiero che la mia Principessa avrebbe potuto chiamarsi con quel nome.
Sto andando giù pesante? Non è simpatico ciò che scrivo? Infatti… non lo voglio nemmeno, sono incazzato ed offeso da un anno, per questo non userò più l’inchiostro simpatico, buonista ed ipocrita che si cancella quando le parole sono "pesanti".
Errare humanum est …
La seconda pillola oltre che amara è stata dura da mandar giù.
Per manifestarle la mia amicizia che provavo nei suoi confronti, circa un anno prima le ho regalato un lavoro di mio padre, e sul retro, sempre per il vizio che ho di dire ciò che penso, ho scritto…
Poi è intervenuto papà.
È successo quando una socia dell’Associazione, con la quale credevo fosse nato un bel rapporto di sincera simpatia e stima, dopo la chiusura de “I MAI VIST” di elio borgonovo, mi ha detto essere interessata ad un’opera di papà, manifestando la volontà di acquistarla.
In difficoltà per dover quantificare un lavoro chiesto da una “mia” amica, ed ancor di più, decidere se adottare il principio del viejo: «se l’interessato è un Amico e lo desidero, gli offro il quadro in regalo, se invece è un Cliente, stabilisco un prezzo, e se… el me staa in soi ball, gli dico che non è in vendita».
Indeciso, ho temporeggiato, per poi prendere una decisione diplomatica «sai… quello è di mio fratello che me l’ha prestato solo per esporlo. Non mi va di chiedergli se vuole venderlo».
Perfortunaaaa, che el viejo mi ha orientato. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
La class l’è minga H²O.
A luglio del 2017, in occasione del tesseramento all’Associazione, col proposito di aggiungere lustro al nutrito gruppo di soci, il c.d. ha deciso di offrire la tessera di Socio Onorario ad un importante ed accreditato scrittore, poeta e studioso di Cultura meneghina, che… gentilmente l’ha accettata.
A marzo 2018, colei che si era impegnata a consegnarla, essendosi dimessa sia dal consiglio del direttivo che da socia, forse imbarazzata (FALSO AMICO - embarazada in portoghese significa gravida ) o più bonariamente… per dimenticanza, non aveva ancora consegnato la tessera al docente.
Qualche giorno prima del 16 marzo, giornata in cui lo scrittore presentava presso la sala del Grechetto, della Biblioteca Sormani le sue ultime due opere letterarie, la "postina ritardataria" ha pensato bene di farmela trovare nella casella della posta.
Certo… un comune mortale l’avrebbe messa in una busta, magari scrivendo due righe per motivare la mancata consegna, ma… il vateritenendosi ( adoro questi RE fusi) di classe superiore, l’ha infilata “così sciolta” nella mia casella.
Suppongo che il recapito non l’abbia compiuto personalmente la milanocentrica, perché già in altre occasioni ha manifestato la sua avversione alla periferia, motivandola con un signorile: “in culo ai lupi io non ci vado”.
Quindi suppongo che la consegna sia stata effettuata da un galoppino di sua fiducia, il quale… ha inCASELLIto la tessera di Socio Onorario dello studioso di Cultura meneghina, facendola cadere (e rimanere qualche giorno) assieme alle pubblicità dei kebabbari della zona. Chissà come si sarà sentita la povera... tessera.
Nota. Una brutta influenza non mi ha permesso di partecipare alla presentazione alla Sormani. Un’assenza che ho comunicato in anticipato rispondendo alla mail di invitato.
Poi… per parte mia, ho la responsabilità di non averla più consegnata per... Mi sarei vergognato di offrire la tessera di Socio Onorario di un'Associazione a rischio chiusura. Spero che il docente mi perdoni.
Dalle stelle alle stalle.
Premessa. Circa due anni fa, la considerazione nei miei confronti, da parte di un’Associazione culturale meneghina, e non solo, aveva raggiunto il suo apice.
Infatti, nel novembre del 2016, suppongo con la “sponsorizzazione” di un membro del Consiglio Direttivo che ritenevo essere mio amico, l’allora Presidente mi ha consegnato la tessera di Socio Onorario.
Riconoscimento che ho gradito molto e per il quale ho ringraziato, scrivendo un post, il mese successivo, qui sul sito.
Il fatto. All’inizio del 2018, quando i consiglieri dell’Associazione del quale continuo ad essere Presidente si sono dimessi (per iscritto, con R.R. irrevocabilmente – come anche [superfluamente] ha fatto, una semplice socia, smaniosa di mostrare la sua devozione) sono andato all’Associazione dalla quale ho ricevuto *¹¹ il riconoscimento di Socio Onorario.
Al lunedì era frequentata da un consistente numero di soci della Associazione che presiedo, per consegnargli la convocazione all’assemblea annuale.
Ho subito notato l’indifferenza ed a tratti il “fastidio” che provocava la mia presenza, alla maggior parte dei colleghi di corso.
Disagio e fastidio che contrastava (sino al dicembre precedente) con l’usuale accoglienza e simpatia che mi erano normalmente riservate.
Immaginandone il motivo, l’ho ignorato ed ho consegnato le convocazioni ai soci.
Dopo essere stato evitato un paio di volte dal nuovo presidente, (che ha sostituito dello nella foto) l’ho “bloccato”, e consegnandogli la convocazione gli ho riferito che “stranamente” non ricevevo più le mail del materiale didattico del corso di milanese, al quale ero regolarmente iscritto… avendo pagato la quota annua della tessera di Socio.
Una puerile coincidenza anomala direi.
L’autorevole presidente ha subito svicolato la questione dicendo: “Parlane con la segretaria, è LEI che invia le mail”.
Notare. La segretaria era una dei consiglieri che si erano dimessi pochi giorni prima dalla… “mia” Associazione.
La segretaria era occupata, così intrattenendomi col presidente ho colto l’occasione per chiedergli se anche lui aveva l’impressione che fossi evitato o per lo meno, non accolto come abitualmente dai colleghi del corso mi accoglievano.
Il presidente mi ha risposto “ma dai… dopo quello che hai scritto.” – riferendosi al post “Giusto per mettere i puntini sulle… Ï”.
Non ho mollato la presa, e fingendomi più tonto di quello che evidentemente mi ritiene lui, gli ho fatto notare che quel post l’avevo scritto DOPO esser stato “tradito” e DOPO aver subito la VIGLIACCATA delle dimissioni in massa del c.d. e quindi offeso. Ma l'acuto presidente non ha colto il particolare ed ha proseguito affermando: “Quella che hai scritto è la TUA verità”.
“Infatti” ho risposto, specificando che avevo messa per iscritto ed accessibile a tutti (in rete). Che non si tratta altro che dell’elenco dei fatti e dei comportamenti di ciò che era avvenuto, con la aggiunta del “mio punto di vista”.
Una scelta trasparente, della quale non mi pento… come vedi, dettata dalla volontà di fare chiarezza e arrivare alla verità.
Ho poi ho aggiunto che nessuno aveva contestato la mia “versione” e che nemmeno ne era stata data un'altra. (Contestazione/versione che ancora oggi continuo ad attendere). Sarà che vale il detto: chi tace acconsente?
A quel punto, il presidente ha fatto spallucce ed è riuscito a svincolare.
Non ho insistito, mi sono reso conto che... un presidente che ritine creativo ed innovativo, tutte le volte...l'uso di quattro scarpette di paillettes colorate, appoggiate sulle spalle di chi legge una poesia, non può capire l'allerta contenuto nella mia replica.
Gratuita... echeheh
*¹¹ Effettivamente, sino a che un riconoscimento non viene revocato - con una comunicazione scritta – continua ad essere… conferito.
le parole “associazione” “presidente” “socio” “consiglio direttivo”etc. sono scritte in minuscolo è perché VOGLIO trasmettere anche con la grafia, la considerazione verso questi soggetti.
Il nodo e la corda
Non capisco come a volte sono tanto “burro” *¹¹¹ .
Mi è capitata per le mani una ricevuta datata 24 novembre 2017, due giorni dopo la presentazione fatta al C.A.M. di via Garibaldi. (Gira e rigira sempre lì torno) Mi sono concentrato un attimo per inquadrare di cosa si trattasse e mi è venuto un déjà vu.
Avevo chiesto ad un socio di accompagnarmi in macchina, in un paese dell’hinterland (faceva freddo ed io malaticcio) per consegnare dei Lunari ad una socia. Durante il viaggio, naturalmente abbiamo parlato dell’evento che si stava avvicinando.
Ricordo che a un certo punto, ho avuto l’impressione che volesse dirmi qualcosa, citando due proverbi popolari: “hai messo troppa carne al fuoco” e “a tirar troppo la corda finisce che si rompe”.
Non ho dato peso, anzi, mi son sembrate due affermazioni così “insulse” alle quali ho risposto col self-control britannico che mi distingue.
L'ottuso non aveva capito che non erano frasi fatte sparate tanto per dire qualcosa, ma l'avvertimento per un pericolo che si stava prospettando o forse di un “disastro” già accaduto, a mia insaputa. BURRO!!!
A mia discolpa, c’è da dire che “naquela altura do giogo…“ anche a volerlo, non si sarebbe potuto togliere della carne dal fuoco. L’evento ed il programma erano da tempo stati annunciati e la cancellazione anche solo parziale, avrebbe azzoppato l’intera iniziativa, facendoci fare la figura dii cioccolatè.
Morale...
se vissero felici e contenti, dimmel tì.
*¹¹¹ Burro è un falso amico in portoghese, che significa ASINO. Ce ne sono vari altri esempi come: prego = CHIODO – fracasso = FALLIMENTO ed uno che mi piace tanto per la fonetica che favorisce l’equivoco. Esempio: arrivi ad una festa, sei in anticamera ed il padrone di casa, facendoti cenno di entrare in sala ed unirti agli altri ti dice… fica a vontade.
Non vuol dire che puoi assaltare qualunque (FxxA) signorina presente in sala significa… mettiti a tuo agio.
Per questa somiglianza morfologica e/o fonetica è un lemma che nella linguistica italiana si identifica come FALSO AMICO.
Carte scoperte
Pochi giorni fa… il 22 novembre, il giorno in cui nel 2017 probabilmente si è consumata la rottura tra me e due consiglieri (per un motivo a me ancora oggi sconosciuto) ho voluto inviare a tutti i componenti della scuola di poesia dialettale milanese della quale sono Socio Onorario, una mail per comunicare la disponibilità dell’edizione (in f.to PDF gratuito) del Lunari 2019.
La mail l'ho conclusa con la frase “Nel caso non desiderassi più far parte di questa mailing list, comunicamelo che ne verrai escluso. Grazie.” scritta in rosso.
Perché l’ho fatto e l’ho scritta? Perché è una buona abitudine delle mail di "propaganda/informazione", e per un po' “provocatoriamente” vedere quanti e chi chiedono di essere cancellati.
Una specie di invito a giocare a carte scoperte.
Ad oggi… ho ricevuto solo un paio di mail che chiedevano informazioni per il Lunari, ma… nessuna per chiedere la cancellazione dalla lista.
Staremo a vedere dopo questo post.
Un brindisi Amarone…
Concludo… velenoso.
L’impegno per L’AMBROSIN DE LEGN, condiviso con alcuni consiglieri dell’Associazione è stato notevole, e nonostante il successo “di critica e di pubblico” manifestatoci a fine della serata, pensavo cosa logica, andare a festeggiare. In generi si fa dopo uno sforzo di gruppo. Lo facevamo da ragazzini dopo una partia di calcio ,vincitori o vinti, che fossimo stati.
Una pizza, ma anche solo un aperitivo, come quello dopo la presentazione in c.so Garibaldi, al quale però... non sono stato invitato.
Ma che una del gruppetto... si è premurata di pubblicarne una foto su facebook, nella quale naturalmente non le si vedeva in faccia, ma solo un pezzo dell'abito di una di loro a lato del piatto di salatini, commentando sibillinamente con una frase tipo: "la giusta ricompensa per farci tornare il buon umore". Coraggio a gogo...
Frase e foto che non ti posso riportare precisamente e mostrar, e perché la . . . . . . mi ha cancellato dagli amici facebook. Un dispiacere enorme.
Dimenticandosi però di cancellarmi anche dalla rubrica del suo cellulare, perché il 30 settembre 2018 mi ha telefonato inavvertitamente (Ho trovato la sua chiamata non risposta - identificata dal suo cell, nel a mi arubrica).
Insomma, no non c’è stato nessun festeggiamento (per lo meno con me). Sono andati via tutti e quando i funzionari Ghisa (colleghi di papà) sconcertati quanto me, mi hanno visto solo, mi hanno invitato a bere qualcosa al bar vicino la Scuola del Corpo.
Non ero dell’umore giusto ed ho declinato l’invito fingendomi super in ritardo.
Gratuita e velenosa, il livore che provo ancora non mi consente di sorvolare.
livore - /li·vó·re/ - sostantivo maschile - Astio o rancore velenoso.
Son andato al Parco Sempione
con un cartone di Amarone,
in compagnia delle quattro Sirenette,
ho tracannato due bottigliette.
Poi… ho telefonato 'na ex-collega,
che la var proppri 'na bega,
e quattro anni ha in più di me,
se tel disi gh'è el soo bell perché.
Mi sono fatto ancora dire,
una fiaba per dormire,
ma appena l'ha iniziata,
mi è partita una rista.
Rider basso ho dovuto,
e schiacciar subito il "muto",
per non farmi da lei sentire,
e lasciarla ancor dire... "Adoro la Milano d’agosto. Ho la città tutta per me. Il mio posto preferito, era il ponte delle Sirenette, fino a che non hanno asfaltato i navigli."
Nel 1930... dice Wikipedia.
Poi… sono tornato a casa, ed a letto ho pensato: “non tutti i mali vengon per nuocere”.
Se vedom… elbor – Ivo Borgonovo