A sinistra
1964 Vinciana
Mario Lepore scriveva di lui: «Questa maniera tanto esatta di intendere la sua fatica, lo ha preservato da facili orgogli, oggi tanto comuni, così come la passione e la sincerità innate, lo hanno portato ad essere chiaramente e candidamente se stesso».
A centro
È dopo un viaggio a Parigi assieme al critico, divenuto amico, Mario Monteverdi, che "il pulcino timido" si fa airone, e spicca il volo. Inizia quindi il proficuo sodalizio con
la prestigiosa galleria Barbaroux, diretta dalle due omonime sorelle, che durerà per molti anni, fino alla chiusura dell’attività da parte delle due contesse, grandi scopritrici di talenti.
A destra
Il 35enne Borgonovo, con l’immancabile sigaretta, la sera dell’inaugurazione posa al fianco di una delle sorelle. Nella foto piccola l’altra sorella Barbaroux.
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Foto sopra: La prima freccia a sinistra indica Giu Pin, l'altra papà
Nella didascalia di destra: Chissà quale domanda avrò fatto a papà. Pare che sorridendo mi dica Scscscs... fai il bravo, dopo.
I SEI 63
Quello che so e che mi ricordo, del Centro di Cultura SEI 63 è che sei artisti, nel 1963, si sono riuniti per meglio divulgare la loro opera, e questo lo ricordo bene, sopportare meglio le spese di uno studio in condivisione, mi pare in P.zza Imperatore Tito, Calvairate – neanche a dirlo. Di Giu Pin, ricordo che papà ne elogiava le capacità di sintesi nel disegno, raccontava sempre che l’aveva visto ritrarre sua moglie, seduta su un prato, con la gonna aperta e stesa davanti a sè, con un solo tratto di Bic, ricamandoci persino i merletti di pizzo della sottogonna che sbordavano. Anni dopo, ho avuto il piacere e l’incazzatura di lavorare "sotto" di lui. Chissà quale domanda avrò fatto a papà. Pare che sorridendo mi dica Scscs… fai il bravo, dopo.
R.R. Ricordo e ringraziamento al prof. Giu Pin
Ero appena tornato dal servizio Militare ed ero disoccupato. Lui, il professor Pin (drin, drin, pronto Pin: Palermo Imola Napoli… così rispondeva al telefono, perché nessuno capiva quello strano cognome, che unito al soprannome… Giu, diventava un programma), Direttore Creativo dell’agenzia pubblicitaria (del noto liquore contro il logorio della vita moderna…) era un concentrato di contraddizioni; voleva che lo chiamassimo professore e ci raccontava aneddoti della sua vita, tanto privati che solo un vero amico poteva esserne custode. Aveva sempre un casino incredibile sul tavolo, ma non perdeva mai nulla, era tanto bravo e veloce nell’esecuzione, quanto impreciso e beccava sempre le mie di imprecisioni, e senza misurare. Quando papà è morto sono passato dal suo studio per dirglielo, non rispondendo al citofono sono andato al bar di P. Salgari, (ora di cinesi) il tipo mi ha detto: Pin, andatto via. Via dove? Via, pel semple. Era morto un paio di settimane prima.
L’ho odiato ed amato come si odia/ama un "grande capo". Lei mi ha insegnato davvero tanto. Grazie Professor Pin
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