Ómber tra ciar e scur, ven giò la sera,
el Togn l’ha tiraa dent la bicicletta,
desmentegaa sui cord de la ringhera
rest de bugada, on strasc... ona fódrètta...
Ómber e ómber... ómber de la sera...
col sò pennell l’ha vernisaa d’ombria
i scal, i ripianitt e la stadera,
el finestroeu de la portineria
che l’ha smorzaa ’l ciarin. Sora ’l cement
’na scoa e on portaruff che paren stracch
e spetten on quaidun ch’je tira dent...
Dedree a la gelosia piang on fiolin...
su la latrina on lampedin bislacch
testimòni curios d’on quai basin...
... in córt el vecc trombin
el fa silenzi, el rimira a coo bass
la riana d’on gotton, sul fond de sass...
Sera Ispirata ai quadri di Elio Borgonovo
Ada Lauzi
Traduzione della poetessa
Tra luci ed ombre cala ormai la sera,
Antonio la sua bici ha chiuso in fretta,
dimenticati là sulla ringhiera
gli ultimi panni… un cencio, una salvietta…
Ombre ed ombre… ombre della sera…
col nero suo pennello ha verniciato
le scale, i pianerottoli, la “pesa”
della portineria la finestrella
che il lume ha spento. Lì sopra il cemento
sembrano stanchi scopa e pattumiera
in attesa che alcun li tiri dentro…
Dietro la gelosia piange un bambino,
sulla latrina un lume un po’ bislacco
tiene il chiarore, pallido il riflesso
testimone curioso d’un amplesso...
… e nell’antica corte a capo chino
la vecchia fonte piange silenziosa,
rimira senza posa,
una riana sul sasso del fondale…
dal 31 gennaio all'11 febbraio
spazio SEICENTRO - via Savona, 99 Milano
Commissione Cultura e Aggregazione Sociale
Consiglio di Zona 6 - V.le Legioni Romane, 54 - 20147 Milano
Tra muri scrostati e macchie di umidità,
un Borgonovo già artisticamente maturo,
cerca la giusta ispirazione per una delle
sue “immagini dialettali”.
Elio Borgonovo è nato a Milano nel 1930. Di famiglia modesta e di sani principi, vive l’infanzia e l’adolescenza al Calvairate, quartiere popolare dell’allora periferia milanese. Fin da giovanissimo si cimenta con pennelli e colori (litografici, - cyan, magenta, giallo e nero, che gli porta a casa suo padre, Piero, che lavora in una tipografia). Con l’incontro “della” Nemi, trova il sostegno e la determinazione giusta per trasformare il timido talento in consapevolezza artistica.
Le nature morte, gli scorci, i cortili o le sue ringhiere, da quel momento saranno i protagonisti delle sue opere, realizzate e proposte in diverse estemporanee, collettive e concorsi, in varie città italiane. A Milano, le mostre personali, in gallerie prestigiose come la Schettini, la Vinciana e la Barbaroux, confermano la crescita artistica del Borgonovo, ormai riconosciuto come “il pittore della vecchia Milano”. Nel 1968 gli viene assegnato l”Ambrogino d’oro* e vince il primo premio nella manifestazione “Milano sulla tavolozza”.
Nel 1974 partecipa alla collettiva tenutasi nel Museo di Milano - Palazzo Morando, riservata ad alcuni artisti milanesi e lombardi, particolarmente significativi. Col patrocinio del Comune di Milano, nel 1986, ha esposto con una importante personale, dal titolo “Immagini dialettali” al Civico Museo di Milano. L’anno seguente ha portato la “sua” Milano nell’isola di Cuba, al Museo de la Ciudad de la Habana. Negli anni novanta, si trasferisce alle Isole Canarie, con “la” Nemi. Lì, lontano della “sua” Milano, sviluppa una nuova fase artistica, ispirata dal ricordo e condizionata dai vivaci colori dell’eterna primavera canaria. Questa proficua produzione, ultima “immagine della Sua vecchia Milano” comprende anche opere quasi surreali nella rappresentazione, e tacitamente lungimiranti nel concetto. Dopo la lunga malattia della Nemi, a sei mesi dalla sua scomparsa, il “brutto male” che da cinque anni “sopiva” in lui si è svegliato, portandosi via sì il suo corpo, ma non la sua arte. Elio Borgonovo è deceduto a Milano, il 31 gennaio 2014.
… con onestà ed amore, egli dipinge i vecchi angoli delle dirute case popolari di Milano, i ballatoi, il ripostiglio, la porta e le persiane cadenti, i ferrivecchi, il muro slabbrato, le consunte mollette da bucato appese allo spago della miseria, c’è persino un quadretto con soltanto un chiodo arrugginito. Repertorio romantico e intimista, in chiave di desolazione un continuo addio alle minuzie dell’antica città che se ne vanno. La gente resta toccata dal sentimento che se ne sprigiona…
Dino Buzzzati
… l’ho conosciuto quand’era così giovane da circoscrivere il suo vero mondo poetico- gli intonaci vecchi scrostati, cadenti sui muri che avevano il sentore della muffa di cent’anni prima – agli sfondi dei suoi quadri che erano un’ingenua e, forse, inconsapevole protesta contro le ingiustizie della vita. E mi vanto di aver contribuito, semplicemente incoraggiandolo, a spingerlo ad affrontare quei temi che ne hanno fatto per più di un quarto di secolo, anzi per trent’anni, l’interprete fedelissimo e ispirato dei cortili e delle ringhiere: ma fatti così bene da suscitare la voglia di affacciarsi a quei loggiati…
Mario Monteverdi
* L'Ambrogino d'Oro è un riconoscimento che i Sindaci o gli Assessori, nel corso del loro mandato, conferiscono alle persone meritevoli.
Torna a: La retrospettiva al SEICENTRO