Ottobre 2015
Ho chiesto a Michele come mai gli è venuta questa passione per porte e finestre. Mi ha risposto che a scatenarla è stata… la cervicale.
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Una “malattia professionale” sopraggiunta dal tanto andare in giro con la macchina fotografica al collo. Infatti, il peso di quest’ultima caricato tutto sul cinturino che appoggia al collo, gli provoca un fastidio alle vertebre del collo, e per lenire la fitta, è costretto a farsi un massaggio fai da te, torcendo la testa prima in alto e poi verso il basso.
È a quel punto, con quel movimento, che spesso, con lo sguardo rivolto verso l’alto; l’occhio vede, il cervello inquadra, la mano con la camera sale in posizione e il dito.. scatta. Click, ad una coppia di finestre, una aperta l’altra chiusa, come a fare l’occhiolino.
Click, ad un minuscolo balconcino che sembra essere sorretto dai vasi delle piante che lo avvolgono.
Giusto per capire come l’occhio e la testa (due cose che quasi tutti noi abbiamo – io non ho testa, ma questa è un’altra storia) nel fotografo funzionano diversamente che nella maggior parte delle persone… normali.
Sono andato a vedere chi è e dove si trova questo “alfonso gagarlando”. L’ho trovato, e poi con GoogleMaps sono andato a visualizzare questo click.
Si tratta della prima finestra, partendo da sinistra, al secondo piano, sotto il lungo balcone, della facciata dell’edificio che dà su piazza del Carmine all’angolo con via Madonnina. Tu, come me… l’avresti visto questo balcone? e gliel’avresti fatto un click? Per rispondere puoi cliccare… qui.
Click. Ma anche una solitaria finestra, nascosta in un angolo che deve essere parecchio buio di sera, visto che ci hanno messo un lampione, sembra essere quella più idonea per lo studio di uno scrittore, che con la pipa si affaccia ogni tanto per rinfrescare la mente, bisogna saperla cogliere.
Ho detto click non tic. Perché poi, per compensare il movimento verso l’alto, deve farne uno verso il basso, e lì… tac, stessa procedura; l’occhio, cervello, la mano, dito, click.
Ma questa volta su un portoncino vivacemente colorato, per contrastare con la vetrata lussuosa ricavata da un nobile portone signorile, della scorsa cervicale.. pardon, passeggiata.
Foto: Michele df - Dida: elbor