Giugno 2016
La prossima vòlta rivi cont i michett per cattà sù la puccia.
Il menù è stato: spaghetti, aglio, olio e peperoncino, con la aggiunta di un poco di pasta di acciuga e quattro ciliegine di pomodorini per dargli un ché di speciale.
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Puoi anche non crederlo, ma in pratica… si è trattato di un “pranzo di lavoro”.
A modo nostro, certo, ma quello è stato. Dopo aver registrato la lettura di alcune poesie della Bottini, ed esserci dilungati, in verità sono io che chiedendo e richiedendo, approfondendo particolari o divagando, non mi sono accorto che era arrivata l’ora di pranzo.
La Piera mi ha invitato, e siccome ormai, so dove sono le tovagliette ed i piatti, l’olio e l’asse per tagliare, l’aglio e il peperoncino sono in vista, ci siamo divisi i compiti e prepararci due spaghi aglio, olio e peperoncino, mentre ricordavamo… quanto fosse buona la michetta ancora calda.
L’argomento è venuto fuori, perché tra le registrazioni di questa volta, c’era una bella poesia che la Bottini, (la nostra prestinerina) ha scritto pensando a suo padre, che è stata pubblicata sul periodico “La Michetta”, organo ufficiale dell’Associazione Panificatori di Milano (per lo meno sino al 2000, anno della pubblicazione in questione).
A seguire, in un particolare di una vecchia foto, saltata fuori dalla scatola delle fotografie della Piera, come quella che tutti abbiamo, la mamma ed i papà della Piera, la barra audio con la sua lettura, il testo della poesia, e… perché tu sappia come è facile far tardi quando la vai a trovare, la registrazione di una parte della nostra chiacchierata, dove mi ha dato “un’infarinata” del… mestee del prestinee.
Papà Ernesto e mamma Maria
Legge Piera Bottini
Al mè papà prestinee
di Piera Bottini Santinoli
Davanti el forno con la pala in man,
scettro senza blason sora la scima,
col foeugh semper su i lavor per l’arsura
e tutt inzipriaa de la farina,
intant che’l dì el portava al sò travaj
in mezz ai tò cavagn, pien de ‘bondanza.
… Ricordi el to sorris dolz e nostran,
cont i principi san de l’onestà
senza on lament per tanto fadigà
sora ogni piasè e ogni dolor
per viv in de la fed de nost Signor.
E a cà quand te levavi i schej dai man,
papà sentivi el tò profumm
profumm de pan.
Piera Bottini Santinoli
Al mio caro papà
uno dei tanti
che hanno amato veramente
“l’Arte Bianca”
Milan, ann 2000
Avvertenza.
Io, la lingua milanese, la capisco abbastanza bene, ma non la so parlare.
Nonostante l’età, ho deciso di provare ad impararla (almeno quella parlata) e l’unico sistema che conosco per riuscirci, è parlare, parlare e parlare.
Ma con chi? Non ho amici coetanei che parlano milanese, (alcuni però lo vorrebbero) quindi, ho deciso di vincere la vergogna, ed approfittando della pazienza della Ada Lauzi o della Piera Bottini, del Barbato, del Marelli o del Mario Torchio, con l’aiuto del Ginafranco Gandini o della pazientissima Paola Cavanna e altri ancora, che pur sorridendo mi invitano ad insistere… ci provo.
Ora, se ascoltando i miei strafalcioni, ti viene da ridere, follo pura, a patto che la prossima volta che mi incontri… mi parli in milanese.
Se vedom... elbor
Racconta Piera Bottini
Sul sito, relativamente “all’Arte Bianca” ne abbiamo parlato a Novembre 2015 con “La michétta, l’è con la "é" 'verta!” e ad Aprile 2016 con “La prestinerina… la parla nò!”, dove la Piera Bottini menzione il kipferl (in mianese el chffer). Se vuoi dargli un’occhiata, clicca sulle miniature a seguire.
“La michétta, l’è con la "é" 'verta!”
“La prestinerina… la parla nò!”
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Se scrivom... elbor