Marzo 2016
La generosità, l’attenzione ed ultima, ma non ultima, la buona dimestichezza coi mezzi informatici del Marelli, mi permettono di offrirti questo ricordo di Piero Mazzarelli.
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Roberto me l’ha detto subito: «Varda che el duu de Marz, l’è el dì che l’è nassùu el Mazzarella». Se vuoi mettere qualcosa sul sito, ti posso dare un articolo che ho scritto per “Vivere Milano”… «famm savè».
Ho pensato e ripensato dove avevo visto e messo le foto di papà, che lo ritraevano col Piero Mazzarella. Quando le ho trovate, assieme a quelle trovate in internet, le ho messe in coda al regalo che mi/ci ha fatto il Marelli.
Buona lettura. elbor
Regione Lombardia – dal sito della Regione Lombardia – Il link qui.
… Domenica 2 marzo 2014, in occasione dell'anniversario della nascita di Piero Mazzarella, Regione Lombardia ricorda il grande artista con uno spettacolo dal titolo "Milano. Prosa, teatro e poesia della città dedicati a Piero Mazzarella" con la partecipazione straordinaria di Valentina Cortese. …
… La prima parte vedrà Roberto Marelli rendere il giusto omaggio a Piero Mazzarella. …
Vivere Milano – da Vivere Milano on-line col permesso di Roberto Marelli – Il link qui.
In ricordo di Piero Mazzarella
Piero Mazzarella, figlio d’arte, padre siciliano e madre milanese nasce a Caresana, in provincia di Vercelli, il 2 marzo 1928, dove i genitori si trovavano in tournée con la loro compagnia. Dopo pochi giorni, Piero viene portato a Milano, nella casa di ringhiera in cui abitano, in via Sannio, a Porta Romana.
Giovanissimo inizia la sua carriera di attore nella compagnia dei genitori, con un repertorio che spazia dal classico al dramma d’epoca, alla commedia e alla farsa.
Nel ‘50 lascia la prosa e debutta in una compagnia di avanspettacolo, dove conosce la ballerina Marisa Manzelli, sua prima moglie, che il 19 febbraio del 1957 muore in un incidente stradale, lasciandolo con i figli Barbara di 5 anni, e Riccardo di 2. Per non allontanarsi dai figli, Piero accetta la proposta del direttore della compagnia del Teatro Milanese di Ieri e di Oggi, Edgar Biraghi, che su segnalazione dell’attrice Giuliana Rivera, lo aveva visto in una Rivista al Teatro Olimpia, dove recitava alcune scenette in lingua milanese.
Il 5 ottobre 1958 debutta ne “La zitella” di Carlo Bertolazzi al Teatro S.Erasmo, con la regia di Franz Dama e in breve tempo diventa uno dei principali interpreti delle commedie che verranno rappresentate dalla Compagnia che successivamente diventerà Compagnia Stabile Milanese del Teatro Gerolamo, sotto la direzione di Carletto Colombo e la condirezione artistica e amministrativa di Pitta De Cecco e Franco Friggeri. Nel 1963 riceve il premio San Genesio come miglior interprete ne “L’eredità del Felìs” di Luigi Illica al Piccolo Teatro di Milano, nella parte di Togn Rossi, per la regia di Virginio Puecher, con Valentina Cortese nella parte di Lena ed Emilio Rinaldi in quella del Padre, Felìs Rossi. Lo spettacolo ha un grande successo. Oltre al premio San Genesio, Mazzarella ottiene anche il premio Luigi Illica, unico attore di prosa, poiché il premio era destinato a personaggi della Lirica. Nella commedia partecipano anche il fratello Rino Silveri e la giovanissima Anna Priori - nella parte della Zabetta - candidata alla Noce d’oro. Nel 1964 gli viene assegnata la Maschera d’oro dell’Istituto del Dramma Italiano, come protagonista del “Rico de Porta Garibaldi” di Severino Pagani al Teatro Gerolamo; inoltre viene insignito con la commenda dell’Ordine al merito della Repubblica, infine, è stato uno degli interpreti del “Nost Milan” con la regia di Giorgio Strehler che ha come protagonista femminile Valentina Cortese, che pur essendo nata a Milano, non aveva mai affrontato il teatro dialettale della sua città. Il “Nost Milan” rappresentato a Parigi nel giugno 1961 ha vinto il Festival Mondiale della Prosa.
Il 25 luglio 1969, Piero Mazzarella, per 10 anni animatore del teatro milanese, dice addio al Teatro Gerolamo e dalla prossima stagione fonderà una sua compagnia.
- La Compagnia Stabile del Teatro Milanese, sotto la direzione di Carletto Colombo, proseguirà felicemente le proprie stagioni teatrali dove si alterneranno come primi attori: Lucio Flauto, Walter Valdi, Sergio Renda, e per due stagioni il sottoscritto Roberto Marelli, e alcune volte con la partecipazione straordinaria di Tino Scotti.
Luigi Barbara, sul Corriere della Sera, si domanda quali ragioni spingono Mazzarella a lasciare il Teatro Gerolamo e scrive: “Mazzarella ha voluto diventare il mattatore della compagnia sotto ogni aspetto coinvolgendo il fratello Mario come regista, autore, attore e amministratore. Così Mazzarella parla del fratello: “Per non vivere alla mia ombra Mario si è scelto un nome diverso, Rino Silveri. A parte le sue qualità artistiche, Rino è veramente il mio deus ex machina, sa amministrare i quattro soldi che incassiamo in maniera oculata e intelligente. Talvolta mi chiedo cosa farei se non ci fosse.”
Nel ‘66 si risposa con una insegnante che si prenderà cura di Barbara e Riccardo, dalla quale divorzierà per risposarsi con l’attrice Barbara Nardi che gli darà altri tre figli: Piero junior, Paolo e Cristiano. Dei cinque figli, solo Riccardo seguirà le orme paterne.
Nella stagione 1969/70, la prima fuori dal Gerolamo, il Teatro Lirico e il Manzoni registrano una serie di esauriti con Piero Mazzarella in: “I pover crist” di Carlo Maria Pensa, e “El tecoppa” di Carlo Silva e Carlo Maria Pensa. Da allora i teatri della provincia si contendono Piero Mazzarella.
Rino Silveri, sarà l’autore di buona parte del repertorio che verrà rappresentato.
Il 15 settembre 1972 apre la stagione teatrale al Nuovo con “El marchionn di gamb avert” di Ciro Fontana, commedia tratta da un poemetto di Carlo Porta con la partecipazione di Paola Borboni, per la regia di Filippo Crivelli. La stagione si chiude con una nuova versione dell’eroe a lui tanto caro, ed è il fratello ad occuparsi del testo: “Continuano a chiamarlo Tecoppa” di Rino Silveri. Così ne parla Carlo Silva, profondo conoscitore di Ferravilla e di Mazzarella: “Non scopriamo un bel nulla affermando che Felice Manara detto Tecoppa, figlio di Edoardo Ferravilla, è cugino di primo grado di Piero Mazzarella. Se così non fosse, non si capirebbe questo amore continuo, questo ritrovarsi puntualmente in palcoscenico, a periodi fissi, uno dentro l’altro. La parentela si scoprirà nel 1951, all’Alcione di Milano sulla ribalta dell’avanspettacolo e da allora il duo Tecoppa-Mazzarella, non si lasciarono più.” Nel gennaio del 1973, Mazzarella debutta al Teatro Odeon con: “El risott a la milanesa per el Tecoppa” di Rino Silveri e la stagione seguente inizia al Teatro San Babila con “El Tecoppa in vacanza” sempre di Rino Silveri. Era nato il Teatro Comico di Piero Mazzarella che così dichiara a Paolo Calcagno che lo ha intervistato per il Corriere d’Informazione: “Per la prima volta con l’aiuto di mio fratello mi sono messo in proprio: basta con gli impresari, ho deciso di fare da solo!” Il San Calimero, diventerà’ il suo teatro stabile, il teatro che più amerà, e il “Teatro Comico di Piero Mazzarella” cambia nome, diventando “Compagnia stabile di Piero Mazzarella” mettendo in scena il suo alter ego nella trilogia: Tecoppeide n. 1, Tecoppeide n.2 , Tecoppeide n. 3.
Dice Mazzarella: “Da quando sono al San Calimero, presento in media, tra novità e riprese, ben otto commedie per stagione. Sono riuscito a lavorare per 300 giorni in un anno. Ho recitato in 150 piazze. Possediamo la più grande ricchezza che si possa avere, un pubblico che ci ama”.
Piero ha indossato per qualche anno i panni di Meneghino, e a fianco della sua Cecca ha rallegrato i milanesi per alcuni carnevali. Ha partecipato a parecchi film, come “Il Maestro di Vigevano” con Alberto Sordi per la regia di Elio Petri, e “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani. In televisione in “Bertoldo e il suo re” per la regia di Silverio Blasi. “Eleonora” con Giulietta Masina, “Piccolo mondo antico” e “ Arabella” di Emilio De Marchi, immancabili “Le tre farse del Tecoppa”.
Negli anni ‘90, Piero cerca nuove strade, interrompe il sodalizio con il fratello Rino Silveri, e inizia la sua collaborazione con Andree Shammah al Franco Parenti e per il Piccolo Teatro racconta agli studenti “El nost Milan” di Bertolazzi.
Il resto è storia dei nostri giorni. Piero ci ha lasciato il 25/10/2013. Ciao Piero.
Roberto Marelli
Ndr. Già perché il Marelli… l’è on ghèzz cont el so computer. Lui in verità ha un “ipad” e con questo scrive e riceve mail, scaricando gli allegati, naviga nell’universo informatico ed è super-informato, al punto che come ti dicevo… mi suggerisce gli argomenti. Grande Roberto!!!
Giovanissimi
Ecco le immagini, ciò che la mia breve ricerca in rete mi ha fatto scoprire e le didascalie di commento.
Lo sapevo, me lo aveva detto e mostrata molto tempo fa. La foto che lo ritrae con un Piero Mazzarella in versione Meneghin diversi anni fa, guardando i due soggetti ritratti.
Nella foto piccola, in occasione dello stesso evento, la Cecca: Mirna Maggi ed Elio Borgonovo.
Alcuni anni dopo
Questa foto sono pronto a scommettere che si tratta di una mostra di papà tenuta negli anni ‘66/68. Questa certezza deriva dal fatto che: il tipo di pittura dei quadri è (meno “dettagliata”), di quella degli anni successivi. Il tipo di cornici usate, ancora con lo spessore, son di quelle fatte fare dal Buizza, il suo amico corniciaio che aveva il negozio in corso di Porta Romana, a due passi “da la Crocetta”.
Negli anni successivi le tagliava lui in casa, comprando i listelli ed abolendo i passe-partout – non so se si scrive così.
Io lo aiutavo, in verità ero più un danno che un aiuto, perché sbagliavo sempre le misure. Partivo col proposito di fare la cornice ad un 70x100 e poi a furia di errori arrivavo a farla giusta ad un… 30x40.
La bellissima Nemi (la mia mamma... qui aveva un 35 anni e… sigaretta alla mano (come sempre) chiacchiera col Piero Mazzarella, sono certo, che si trovino alla galleria Barbaroux.
Incredibile, guardando le foto (ma anche i filmati in TV) di quegli anni, la presenza di questo vizio quanto non fosse considerato tale. Questa era un'inaugurazione di una mostra...
"Ritrovamenti"
La prima foto, quella in bianco e nero, anche lei l’ho trovata tra le cose di papà, ma non l’avevo mai vista. Ritrae un Mazzarella già maturo, sembra essere in un appartamento, con in braccio un bimbo che se così fosse, si potrebbe azzardare che si tratti di uno dei suoi ultimi tre figli: Piero junior, Paolo o Cristiano.
Sulla parete di fondo si vedono alcuni quadri, tra i quali un bel Tecoppa in alto a sinistra. A destra, sulla parete in fuga, l’ho evidenziato con un rettangolo rosso, ce n’è un altro più piccolo; è una stampa a tiratura limitata di un Tecoppa di papà. La foto successiva, del particolare, realizzato con una risoluzione maggiore lo mostra meglio.
Il particolare evidenziato nel riquadro rosso.
Questa immagine invece l’ho trovata in internet. Mostra un Mazzarella ancora più maturo, suppongo… nello studio di casa sua. E nell’angolo in basso a destra cosa c’è… la stampa del Tecoppa “di papà”. Mi piace pensare che si tratti dell’originale, visto l’ingiallimento della carta, regalato al Mazzarella in segno di stima e considerazione per la loro conoscenza/amicizia.
I fratelli Pissarelli, Mirella e Giacomo, erano grandi estimatori del viejo, fin da quando era giovane. Hanno ereditato la passione dei loro genitori e l’hanno portata avanti negli anni, arrivando a circondarsi di una ventina di opere dell’elioborgonovo.
Quella che segue è copia 8/13 – 31/10/1968 del Tecoppa in questione, ed è di proprietà di Giacomo. Mirella possiede la copia successiva, che assieme a tutte le altre opere in loro possesso sono presenti nella Permanente Virtuale, (da perm-019-1 a perm019-19) che puoi vedere cliccando qui.
L’ultimo "ritrovamento" è un olio su tela, di un Tecoppa (f.to 20x30 cm) che come sanno coloro che amano la pittura di Borgonovo, non era frequente cimentarsi con questa tecnica, con la figura umana, ma talvolta, evidentemente, ne sentiva la necessità; prova ne è che l’ha firmato.
In rete...
Per concludere… puoi vedere un breve filmato di Piero Mazzarella, tratto da “Tecoppa: Il Posto di lavoro” che ho trovato su YouTube, cliccando sulla miniatura posta a capolettera.
Spero ti sia piaciuto questo nostro contributo al grande Piero Mazzarella.
Se vedom… elbor
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Se scrivom... elbor