Gennaio 2016
Chi segue da un po’ ciò che scrivo, già sa che non sono “un pozzo di cultura”, chi invece mi legge or ora… ne è informato in questo momento.
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Ho conosciuto la Mara Chierichetti, alla cena prenatalizia al Circolo Filologico, ed in seguito apprezzato la sua capacità interpretativa, quando ha letto una poesia della Paola Cavanna, alla presentazione del suo libro “STRIA IN CIEL”.
Il primo giorno dell’anno, in occasione di una telefonata (fortunatamente) parlando di “poesia” le ho chiesto se anche quella che aveva letto della Flora Savelli, nel giorno del suo 90° compleanno fosse sua. M’ha risposto: - si… mi piace scrivere degli acrostici.
Ho prodotto un mugugnino di consenso, e chiedendomi cosa fosse quell… ?¿ACRO… che cosa?¿ le ho detto:
- Ahhh sì… infatti. Poi, sarchiaponando le ho detto:
- Anche la Flora l’ha gradito. Intanto, col telefono stretto tra il collo e la spalla, mi sono annotato quell’enigma. Ci siamo poi salutati e ripromessi di incontrarci presto a El Pontesell.
Per fortuna eravamo al telefono, quindi non ha visto la mia faccia nel sentire quella “parolaccia”.
Sono andato al PC ed ho digitato: ACROSTICO? – significato, e poi dato enter ed ho imparato.
Qualche giorno dopo l’ho incontrata, alla fine della sua lezione di dialetto milanese, per farmi consigliare, dal suo libro “Per chi sòna i campanei”, la poesia che a seguire ti propongo. Oltre al libro con dedica, mi ha portato l’acrostico del nome “Flora” in dialetto milanese e quello letto al pranzo prenatalizio, intitolato “Novanta” e scritto per la Flora.
Entrambi li ho inseriti alla fine di questo articolo, cosicché anche tu possa apprezzare le molteplici doti poetiche della brava e modestissima Mara, con la quale condivido anche la passione per le due ruote.
Buon ascolto. elbor
Puoi ascoltare la poesia letta dall’autrice, premendo “Start” nella barra audio, ed accompagnarla leggendo il testo a seguire.
Legge Mara Chierichetti
Stèll
di Mara Chierichetti
Milion, anca miliard
ciaritt sù là nel ciel.
De nòtt, coi oeucc in alt
se gh’è tutt bell seren,
sentiss ona fregùja
in mèzz a tanti stèll;
cercà de ricognossi,
vorè savè e cercai.
Se intanta te respiret
ch’el ciel bell bloeu, celest
compagn de bèlla musica
te sentet i pee in terra,
ma el coo… che voeur volà.
23 ottobre 2008
Questo è l’acrostico che la Mara ha composto per la Flora Savelli, per i suoi NOVANTA anni.
Novanta
N oi qui tutti insieme
O rmai ben bene accomodati
V ogliamo farti, in (coro) tanti
A uguri per le tue
N ovanta primavere, però…
T u, non farti intimorire
A scolta un poco e… sorridi ancora.
Dicembre 2015
E questo è quello del nome Flora in dialetto milanese.
Flora
F reguj d’eternità, paren apéna
L ontan te see ‘rivada…
O dissea de situazion
R esten ‘n di ricòrd
A nmò e anmò Auguri
… per i tò pòcch, freguj d’eternità.
Dicembre 2015
A seguire, ti riporto il risultato della ricerca
fatta in Internet, subito dopo la telefonata alla Mara.
L'acronimo (dal greco ἄκρον, akron, "estremità" + ὄνομα, onοma, "nome"), o inizialismo[1], è un nome formato con le lettere o le sillabe iniziali o finali, o più genericamente con sequenze di più lettere della singola parola abbreviata, di determinate parole di una frase o di una definizione, leggibili come se fossero un'unica parola. Per saperne di più, clicca qui.
L'acronimo inverso (in inglese backronym[1]) è una frase costruita ad arte in modo che le lettere o sillabe iniziali coincidano con quelle di una parola esistente, facendola somigliare a un vero acronimo. Per saperne di più, clicca qui.
L’acrostico (dal greco tardo ἀκρόστιχον, composto di ἄκρον, «estremo» e στίχος, «verso») è un componimento poetico o un'altra espressione linguistica in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase. Per saperne di più, clicca qui.
Un telestico (parola composta dagli elementi greci télos, «fine» e stíchos, «verso») è un componimento poetico in cui, con procedura inversa rispetto all'acrostico, le lettere o le sillabe o le parole finali di ciascun verso formano un nome o una frase. Per saperne di più, clicca qui.
Il mesostico (dal greco μέσος, «medio» e στίχος, «verso») è una variante dell'acrostico, in cui, a differenza di quest'ultimo, sono le lettere o le sillabe o le parole centrali di ciascun verso, e non quelle iniziali, che formano un nome o una frase. Per saperne di più, clicca qui.
Ps. Dopo le impegnative definizioni di cui sopra, se desideri divertirti coni mitici Walter Chiari e Carlo Campanini, nel memorabile sketch, de “Il Sarchiapone” clicca sulla miniatura a lato.
So che gli articoli davanti ai nomi propri sono un errore, ma "i milanesi" usano farlo e io ho adottato l'errore come regola per rafforzare l'identità del sito, anche se in taluni casi, dove il racconto contiene molti nomi propri, il ripetersi eccessivamente, può risultare NON più divertente come era stato pensato nelle intenzioni. Perdonamelo. Grazie