Giugno 2015
Andare a chiederle la poesia, che fortunatamente per noi, ma soprattutto grazie alla gentilezza e generosità che Ada mi/ci riserva, sta diventando una piacevole abitudine, è anche un momento che… ti lascio giudicare. Io arrivo, e lei mi accoglie chiedendomi subito com’è andato il viaggio. Non si muove più molto e ancor meno per tragitti lunghi o fuori dal suo quartiere, se l’è minga per ona visita in del dottor… come lei stessa mi racconta.
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Mi fa accomodare, toglie dal frigo la bottiglia d’acqua, messa in fresco per me, Ada sa che per chi va in bici, quando si arriva, un bel bicchiere d’acqua fresca è la miglior cosa che gli si possa offrire. Appoggia bicchiere e bottiglia sul tavolo e cominciamo a chiacchierare, del più e del meno, un fatto che è successo nella casa di fronte, le vicissitudini di mio figlio e il lavoro, il lavoro che sta organizzando – già perché se non si muove molto con le gambe, di lavoro con la testa Ada ne fa parecchio; organizza, riordina, completa, prepara tutto il suo materiale, tant’è che ogni volta, quando mi dice di aspettare un attimo, dopo mezzo secondo torna con quel foglio del quale stavamo parlando. Mentre io faccio le foto al materiale e preparo i potenti mezzi di acquisizione sonora/visiva messi a disposizione della elbor Produsion – sempre il solito vecchio Smartphone, lei prepara il caffè, e quando arriva col vassoio, è l’ora della registrazione della poesia. Si siede e comincia a leggerla, questa volta è… “L’amicizia”.
C’era una poesia più appropriata? e un’immagine più evocativa dell’amicizia, di un macinino da caffè ed una caffettiera, Napoletana?
Sì, ho deciso, a quest’opera metterò il titolo: Amicizia meneghina.
Buona poesia. elbor
Legge la stessa Ada Lauzi
L’amicizia
di Ada Lauzi
Te ‘l see se l’è la gótta de la rosada
che morisna in sul nass l’ultim germoeuj?
l’acqua d’on fontanin,
l’ombra frescaa di foeuj se ‘l sô l’è alt?
Te ‘l see se l’è la fiamma benedetta
che te deslengua al frecc intorna ‘i oss;
la lus de quell lumin
che in del fósch de la sera
la ri’sciara i tò pass in fond al bósch?
Te ‘l see se l’è la porta spalancada,
la man slongada a medegà on fastidi,
la carezza gentil
d’ona vos che rispond de là del fil?...
Se col penser te cerchet la risposta,
sara i oeucc on moment:
la famm, le set, el frecc, i tribuleri
pararann nò inscì gramm
se intorna a tì, in d’on ciel quettaa de gris,
te vedaree la facia d’on amis.
Ho pensato che sentire Ada leggere "L'amicizia" e poterla accompagnare leggendo il testo scritto in dialetto milanese sarebbe stato piacevole. E mi pare di averci azzeccato.
Ma quando le ho chiesto la traduzione e lei mi ha mostrato la pagina di un quaderno, non ho resistito e l'ho fotografata. Eccola di seguito. Mi pare che leggere la traduzione fatta dalla poetessa, escritta (con la calligrafia che vedi) sia una bella emozione. Non dico di aaaaamicizia, ma di un poco più di intimità... forse si.
Heee che ne dici?
Se vedom. elbor