Mes de Lui 2016
L’è con la ciciarada… registrata con la potente attrezzatura della elbor Produzion che voglio proporti “ La Darsena”, la poesia tratta dal libro della Piera Bottini, “MILANESISSIMAMENT INSEMMA” che ne raccoglie più di una cinquantina, assieme ad altro interessante materiale.
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Prima, per renderti partecipe del clima, rilassato e scherzoso, ma allo stesso tempo, serio e professionale, che si crea ogni volta che vado da lei per le mie… “invasioni barbariche”, perché è di questo che la povera Piera, in realtà è costretta a subire, ti consiglio di ascoltare il “fuori onda”.
** Buon ascolto, lettura e visione. E ricorda… uniti si vince. elbor
“Fuori onda” registrato prima del REC della poesia.
La presentazione sul libro, che accompagna la poesia.
Lungo il Naviglio Grande… sulla scia di ricordi e testimonianze
La Darsena di Porta Ticinese fu per moltissimo tempo e virtualmente lo e ancora il porto di Milano e numerosi barconi (chiamati cobbie) carichi di sabbia o di ghiaia vi erano ormeggiati. La sabbia trasportata dai barconi veniva scaricata da una gru, nello spiazzo, in alti mucchi. I "Sabbioni", cosi venivano chiamati questi cumuli, diventarono luoghi di divertimento per i bambini e durante l’estate anche di "villeggiatura". Ecco una nostalgica testimonianza della poetessa Piera Bottini.
Legge Piera Bottini
La Darsena
di Piera Bottini
In riva del navili su i bastion
de gera e sabbia gh’é di gròss monton
taccaa gh’è silos tutt modernizzaa
camion che riva macchinon che va.
Mì sari i oeucc e la ment la torna indree
e vedi i sabbion tutt pien, tutt pien de fioeu
che corren su la sabbia a rotolà
e giò di pign felici a scarligà.
Chi, gioeuga: a pedina e a tirà sass
col ris'c se sa de gibollass
quei pussee quiett e quei piscinitt
in l’acqua poccien dent i sò pescitt.
Slongaa de fianch poeu gh’é di tosanett
e quei che giamò fann i cinciapett
come lusert hinn imbalsamaa
a ciappaa el sô per diventà abbronzaa.
I mamm hinn setaa a l’ombra a cicciarà
chi fa la maja, chi gh’é dree giustà,
...e adess pussee de là
i fioeu in on ròccol seguiten vosà…
Ecco .... sòtta del pont gh’é dree spontà
on bell barcon negher e incatramaa
...el fa la curva… el ven aventi pian
oh! Quanti vòlt l’ha vist giemò MILAN
In mezz a tanti usanz lù l’è passaa
ma el sò costumm però la mai cambiaa
...quanti ricòrd e quanta confusion
se pensi anmò m’è 'dree vegnì el megon
che bell saria se el fudess pur vera anmò
…mi dervi i oeucc... de fioeu… nò ghe n’è nò
ma… Darsena e Navili… hinn li ancamò!
In grassetto mi sono annotato le parole che non conosco e che chiederò a Piera di spiegarmele.
Fotoreportage
Darsena ieri e Darsena oggi
La Piera, nel “fuori onda” mi raccontava che il 30 Marzo del 1979, l’ultimo barcone ha scaricato il suo carico di sabbia alla Darsena.
Io le dicevo che nello spettacolo del 2 Luglio alla Darsena, il Marelli ha raccontato di questo fatto.
Bene, dopo poco più di un mese, sono andato allo spettacolo (bello e divertente anche questo) de “I CantaMilano & Roberto Marelli” che hanno fatto allo Spirit de Milan.
Prima che iniziasse, ho chiesto al Roberto di ripetermi come si chiama il barcone della Darsena. È pressappoco così che m’ha risposto.
«Si chiama "Nibbio" il l' ex-comballo, che è in Darsena, che assieme al gemello che invece è a Castelletto di Cuggiono, sono gli ultimi ancora in acqua.
Una volta c’erano le platee e i comballi, i nomi primitivi dei barconi, le prime più piatte, erano adibite al trasporto dei marmi, i secondi adibiti al trasporto della sabbia. Il Nibbio trasportava la sabbia.
La “saldatura” che corre sulle fiancate dell’imbarcazione, ne segnalava il livello massimo di carico.
Quello attraccato alla Darsena, fa parte della “flotta” della cava Valentino, ed è riconoscibile dai due dischi gialli posizionati a prua.
A Castelletto di Cuggiono, come ti dicevo, ce n’è un altro, sotto una tettoia, la quale è anch’essa contrassegnata dal dico giallo. Di questo comballo posseggo anche delle foto».
Hai capito… con una domanda quante informazioni mi ha dato il Marelli.
Obrigado…
Eccole...
Puntuale, in collaborazione con l’amico Riccardo Lupi, mi sono arrivate le fotografie, che fanno parte della ricerca che il Marelli ha realizzato, al fine di documentare la posizione e lo stato, degli ultimi barconi che navigavano sul Naviglio.
Qui il Marelli a Castelletto di Cuggiono, sulla sponda dalla quale si accede tramite la cava Valentino.
In questa foto, si vede il gemello del Nibbio, ancorato e parzialmente protetto,
della tettoia della Cava Valentino. Identificazione possibile attraverso il disco “giallo”
indicato dalla freccia e riportato nell’ingrandimento.
Qui ci indica il segnale del livello massimo di carico.
Noi torniamo a Milano, e lasciamo il Marelli raccogliere altre informazioni dal responsabile della cava.
Ps. La mia “maestrina dal lapis ross” me l’ha diì 'se voeur dì gera e anca pedina. Ma t’el disi nò!!!
** Gli auguri di buon ascolto, per la lettura, e di buona visione delle foto, ci satnno. Ma… il “E ricorda… uniti si vince” ti sarai chiesto; cosa centra? Centra.
Si tratta della petizione che andrò a presentare al nuovo Sindaco alla quale ti chiedo di aderire.
Petizione
La presente petizione è per chiedere al Primo Cittadino di vietare nella Nostra Città: Milano, l’uso delle attrezzature, che per mezzo di motori (a scoppio e/o elettrici) producono un getto d’aria per rimuovere foglie e sporcizia dal suolo, o tagliano l’erba delle aiuole, perché i fastidiosi rumori di queste attrezzature, disturbano e peggiorano il livello delle registrazione di poesie, racconti e aneddoti (milanesi) da pubblicare sul sito, www.elioborgonovo.it che con l’occasione La invito a visitare.
Certo che vorrà contribuire al miglioramento del materiale registrato, e quindi alla conservazione con l’appropriata qualità sonora di importanti testimonianze vissute della recente Storia della Città, della quale lei è il Primo Cittadino, Milano, la ringrazio sentitamente, allegando la raccolta di ferme, relativa alla petizione in oggetto.
Cordialmente Ivo Borgonovo
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Se scrivom... elbor