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Aprile 2016
Mi era parso strano che quando gli scrivevo  tardasse tanto a rispondermi, ma… non si può stressare le persone per queste stupidaggini. Ma è stato quando ho visto per caso su facebook, (già, perché lui è troppo discreto e modesto per dirmelo) che c’era una collettiva a Lucca , alla quale il Nostro Michele partecipava, ho capito. È andato là. 

 

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Così, anche se  nel momento in qui pubblico questo blog, già si è conclusa, mi è pare bello ed opportuno farti sapere, il fotografo che ci regala le belle foto della nostra Città, partecipa, e dedicargli l’apertura del blog che ci ha preparato per questo mese: “Bello sapere che…”. 

Per la pagina facebook clicca qui.

 


 

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Aprile 2016 
L’idea è venuta a Michele: «e… se fotografiamo una Milano che non tutti conoscono?» Niente male – gli ho risposto – ma dove la troviamo, la Milano che pochi conoscono? «In Internet» m’ha risposto. 

Qualche giorno dopo, sono cominciate ad arrivarmi delle foto, che ritraevano luoghi a me sconosciuti, oppure monumenti noti corredate però da notizie che non conoscevo. (È vero che a me non sono poche le informazioni che mi mancano, ma…)

 

 

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Cominciamo… cont el nòster Dòmm. Il monumento simbolo di Milano ed il suo Sagrato, poggiano sui resti di due antichi luoghi di culo, la Cattedrale di Santa Maria Maggiore e la Basilica di Santa Tecla, il primo uno invernale il secondo estivo. E già questa è una notizia… interessante.

È bizzarro che proprio da noi milanesi, così dinamici, efficienti e svelti anche al lavoro, sia nata l’espressione dialettale, longh 'me la fabrica del Dòmm, per riferirsi a qualcosa che non avrà fine. La manutenzione della Cattedrale, sin dal primo giorno della sua costruzione, il 12 Maggio 1386, è affidata alla Veneranda Fabbrica del Duomo, la quale, oltre ad occuparsi  della conservazione della struttura dell’edificio, si occupa delle 3.400 statue, di cui 2.300 all'esterno (escluse le mezze figure negli sguanci delle finestre, i 96 giganti sui doccioni e gli altorilievi. On bell lavorà
È infatti, molto raro e fortunato chi ricorda di aver visto el nòster Dòmm, senza impalcature o teli di protezione. 

Particolare… L'attuale presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo, è Monsignor. Gianantonio Borgonovo.  smile25x3

Naturalmente buona parte della notizie derivano da una ricerca con WikipediA. Per saperne di più e navigare nei mille link che ti propone la pagina da cui son partito, la pagina la raggiungi cliccando qui

 

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Questa bella foto di Michele, ci mostra che alle spalle della Basilica di San Lorenzo, oggi c’è un grande prato recintato, sulla cui erba si può stendersi a rilassarsi, oppure a parlar d’amore con l’amata. I vialetti di ghiaia che lo percorrono, sono puliti e ben curati,  alcuni portano a “salottini” attrezzati con panchine sulle quali si ritrovano gruppetti di adolescenti o si isolano lettori “bucolici”. Altri, conducono ad uno spazio riservato, dove i più piccoli, possono giocare in un’area attrezzata ed a loro riservata, sotto lo sguardo vigile… dalle mamme, che WhatsAppano con le amiche, e della statua di San Lazzaro. 
Ebbene, questo angolo di paradiso in città, per quasi otto secoli (1045-1814) è stato il luogo dove sono stati giustiziati delinquenti comuni, untori, eretici e streghe, tutti passati sul quel ponticello chiamato… "ponte della morte". Per saperne di più sulle "Streghe" giustiziate nella piazza della Vetra, clicca qui
Qualche passo avanti, in termini di civiltà, l’abbiamo fatto, che dici…

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Ora, se poi vuoi farti quattro passi virtuali (con GoogleMaps) nel parco della Basiliche, clicca sulla foto qui sotto, ma poi… torna qui, per proseguire la passeggiata con “le Cartoline di Maurizio”. 

 

 

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Il Giardino della Guastalla è il giardino più antico della città. Sorge su via Francesco Sforza, proprio di fronte all'Università Statale. La sua fondazione risale al 1555, ed i giardini sono aperti al pubblico dal 1939, (ed io che sono del ’55, quando ero un adolescente, tornando da scuola – Umanitaria di via Pace – mi ci fermavo… volentieri) 
La Contessa di Guastalla (oggi un comuni di  15.036 anime della provincia di Reggio Emilia) è restata vedova ad appena 29 anni, si è trasferta a Milano dove ha fondato un monastero, dedicandosi all'educazione di "fanciulle nobili ma decadute" che altrimenti sarebbero finite in convento o su una cattiva strada. 
All’interno dei giardini, la pregevole vasca peschiera, con le sue balaustre in pietra e ringhiere in ferro, è un gioiello della stile barocco.

 

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Il citofono più strano di Milano si trova al civico 10 di via Serbelloni. Si tratta di una riproduzione in bronzo di un orecchio umano. La casa in questione, proprio per questa particolarità sconosciuta ai più, è stata soprannominata "Cà de l'oreggia". 
La leggenda vuole che bisbigliando un desiderio a questo orecchio, questo si avveri. In realtà, lo strano citofono, realizzato nel 1930 da Adolfo Wildt, non è più funzionante ormai da tempo. 

Inoltre, pare che, lo scherzoso cantautore milanese Enzo Jannacci, un giorno mentre passava da via Serbelloni, immerso nelle riflessioni sul perché non riuscisse a trovare la “chiusura” di una sua composizione, scorgendo lo strano citofono, abbia voluto chiederlo alla scultura. Con sua grande meraviglia, si è sentito rispondere; Perché… ci vuole orecchio! 
Il resto della storia già la conosci.

Ps. Naturalmente è  una stupidaggine... smile25x3

 

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Ubicato strategicamente ad enfatizzare l’entrata nella città, sontuoso e bello, un monumento in perfetto esempio di stile neoclassico, non avrei mai immaginato, che el noster Arch de la Pas, fosse la “copia” di quella che oggi chiamiamo una “installazione temporanea” e per di più costruita in… legname, tela e plastica **.

Camaleontico come un monumento milanese deve essere, anche  l’Arco della Pace, sa inserirsi perfettamente nello scenario di una “splendida” uggiosa giornata milanese. 
E Michele, che è un attento osservatore, con sempre macchina fotografica al seguito, ne ha fissato l’essenza in questa bella immagine.

Per saperne di più sul nostro Arco della Pace, clicca qui.

** Plastica  - Le informazioni già lo sai, le attingo dalla preziosa e da me amatissima WikipediA. E qui la riporta così: … fu innalzato nel gennaio del 1806 … / … ed era costruito in tela, plastica e legname. … 
Riflettendo sui materiali disponibili in quel secolo, la parola “plastica” non mi “suonava” bene. Il fatto che fosse scritta in corsivo, mi ha stimolato ad approfondire, confermandomi che la Xylonite, il primo materiale plastico semisintetico, vede la luce nel 1862, ben cinquantasei anni dopo la costruzione dell’effimero Arco del 1806. È probabile che... “plastica”, così scritta, sia da intendere come celluloide o tela cerata.

Per saperne di più sulla storia della plastica, clicca qui.

 

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Il simbolo di Milano è il "biscione", cioè un drago dalla forma di serpente che stringe tra le fauci un bambino. Il biscione era lo stemma araldico della famiglia dei Visconti, ma la sua “vera” origine? 
Tre sono le versioni sino a noi giunte. Secondo la prima leggenda il simbolo appariva sullo scudo di un nobile islamico ucciso da un Visconti durante una crociata.
La seconda narra che alla morte dell'amatissimo santo Ambrogio, un drago avrebbe assediato Milano, divorando gli sventurati che osassero spingersi al di fuori delle mura. Il nobile Uberto Visconti fu il solo ad avere il coraggio di affrontare il mostro, uccidendolo.  
Secondo un'altra versione, il serpente sarebbe il leggendario Tarantasio, un mostro che infestava le acque dell'ormai scomparso lago o mare… Gerundo, che si estendeva a cavallo dei letti dei fiumi Adda e Serio. Anche in questa versione il drago fu ucciso da un cavaliere dei Visconti.
Scegli quella che più ti piace, io ho scelto… la terza! Perché? Perché ne ero sicuro che Milano aveva il suo MARE. Conferisci cliccando qui.

Se vedom... elbor  smile25x3

 


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Il gruppo Facebook Foto in Assoluta Libertà Vi invita a visitare la sua seconda mostra collettiva,
IMMAGINI IN LIBERTA. 
Evento creato per portare la vita virtuale in reale, con l’aiuto di una passione comune, La Fotografia.
La mostra si terrà a LUCCA, 
nei giorni 23, 24, 25 aprile 2016, 
nella saletta della Consulta, 
Corte dell’Angelo, 
Via Roma.

ESPORRANNO:
Adriana Focus (Naccari) Brescia
Alberto Gianfranco Baccelli Lucca
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Michele De Fusco Milano

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Uberto Pinferi Lucca
Yvonne Vionnet Lecco 

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 “Rubate” dalla sua pagina facebook, due immagini che testimoniano
la sua presenza alla manifestazione: Colazione in piazza San Francesco (Lucca)
e le sue opere con una “sua estimatrice” molto speciale.

 

 

 

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