Aprile 2016
L’ampio contributo che il blog “La Rosetta de la Vetra 2.0” si completa con quello de “La cartolina di Maurizio”. Alla mia richiesta: «Mauri, stiamo facendo un bel lavoro sulla Rosetta, hai del materiale da inviarmi, per completare il quadro?»
Per leggere tutto il post clicca sull'immagine a lato oppure qui
«Dammi un paio di giorni che guardo in archivio cosa c’ho» Ha detto proprio così – c’ho, detto a la milanesa. Puntuale due giorni dopo mi è arrivato il materiale e le indicazioni. Questa volta, visto l’argomento non facile e la difficoltà di ricostruire o ricondurre le immagini a toponomastiche ormai scomparse, ho chiesto al Roberto Marelli, di dare una supervisione. Con la sua collaborazione, ti proponiamo il seguente… viaggio nel tempo nella piazza della Vetra.
Buona passeggiata Maurizio, Roberto, ed elbor
La piazza della Vetra
Questa è una mappa datata 1814, cento anni prima rispetto all’anno della morte della Rosetta della Vetra (1913). Puoi notare, in azzurro chiaro, i corsi d’acqua presenti nella zona oggi coperti o scomparsi.
Il Naviglio che percorre via Mulino delle Armi, ed il “fossato” chiamato Vepra o Vedra, che costeggia il lato destro della piazza della Vetra.
La freccia bianca, indica l’ipotetico punto di entrata dell’acqua che alimentava la Vepra o Vedra.
Idrografia milanese
… L'Idrografia milanese è molto complessa, poiché tra canali, fiumi, torrenti e rogge c'è un vero e proprio groviglio idrico che è impossibile descrivere senza intrecciare, alla natura dei luoghi e delle acque, gli interventi umani e una loro seppure sommaria cronologia. …
Questa frase è tratta dalla pagina WikipediA: Idrografia milanese. La riporto per scusarmi che purtroppo ad oggi, stando alle informazioni che sono in possesso, non sono in grado di darti un’unica versione “convincente”, quindi ritengo opportuno per ora, concentrarsi SOLO sul fossato Vepra o Vedra, allora presente in piazza della Vetra.
Nella pagina di WikipediA, c’è anche la mappa che ti riporto qui sotto, priva però delle colorazioni, che ho aggiunto, per evidenziare i principali corsi d’acqua che potrebbero dipanare la matassa sulla “paternità” delle acque che formavano il fossato Vepra o Vedra.
Come sempre, se vuoi andare alla pagina da cui provengono le informazioni che ti sottopongo e saperne di più, clicca qui.
Autore: Felice Poggi (1855-1919) Fonte: Idrografia dei dintorni di Milano (studio)
Descrizione: L'idrografia milanese in epoca romana
Licenza d'uso: Pubblico dominio fotografia di un documento - Autore morto da novant'anni.
Tratta sulla pagina WikipediA Idrografia milanese che puoi leggere integralmente cliccando qui.
L’attuale toponomastrica della zona, alla quale sono stati aggiunti in azzurro, in due tonalità, il fossato Vepra o Vedra ed il Naviglio che precorreva via Mulino delle Armi.
La freccia rossa, indica l’ipotetico punto di entrata dell’acqua che alimentava la Vepra o Vedra.
Nota. All’inizio di via Santa Croce, appena dopo l’incrocio con via Mulino delle Armi (la casa di angolo è ancora la stessa) c’erano due mulini chiamati dalla gente del luogo “Molin de l'oli”.
In questo dipinto che ritrae la piazza della Vetra nel 1833, di proprietà della Fondazione Cariplo, realizzato dal paesaggista lodigiano Giuseppe Elena, (più info cliccando qui) morto a Milano nel 1867, si vede molto bene sulla destra il fossato Vepra o Vedra, scavalcato da un ponticello dal sinistro nome: "il ponte della morte". Infatti era percorrendolo (per l’ultima volta) che i condannati a morte venivano condotti nella piazza, al patibolo.
Sul lato destro del fossato, si affacciano le “palafitte meneghine”, così chiamate per l’aspetto “preistorico” e per le fondamenta che erano immerse nell’acqua. Tra il mercatino in primo piano e la Basilica di San Lorenzo si vede un monumento, si tratta di un basamento sulla cui sommità è posta la statua di San Lazzaro. (Più info cliccando qui).
In questa foto, con lo stesso punto di vista del dipinto precedente, è stata scattata presumibilmente nella seconda metà dell’Ottocento. Mostranda il corso d’acqua a destra ed il monumento di San Lazzaro a sinistra, ma il caseggiato ha preso il posto del muro di cinta della Basilica.
La colonna dedicata a San Lazzaro, detta " croce di San Lazzaro", è stata eretta in piazza Vetra nel 1643 ma essendo troppo vicina al patibolo, nel 1728 la demolirono per poi ricostruirla più vicino alla Basilica, di fianco alla Cappella di Sant'Ippolito, come mostra questa immagine.
Al centro sullo sfondo, si nota l’entrata della via Vetraschi. Dove quel infausto …“Martedì notte l'Andrezzi era diretta verso la casa di una sorella sposata che abitava in via Vetraschi 22… come riferisce il Marelli nel suo capitolo che tratta della morte delle Rosetta della Vetra.
In questa fotografia di piazza della Vetra, degli anni 1850, (una delle prime foto pervenuteci di quella Milano) si nota la differenza tra i differenti tipi di abitazioni, che delimitavano perimetralmente la piazza.
È evidente il divario sociale che doveva esserci, tra gli abitanti della “palafitta” dietro la staccionata protettiva del Vepra o Vedra, e gli altri palazzi.
Un vero peccato non conoscere cosa c’era scritto sul cartello provvisorio e malfermo in primo piano. Magari dice… “Si affittano stanze - Anche ad ore”.
Alla “stamberga” che si vede in questa foto, è molto appropriato un brano della poesia di Delio Tessa “La poesia della Olga Canzon”. Nella versione che ho trovato in internet, riporta la seguente ed interessante dedica: Al maestro Arturo Toscaini devotamente
“La poesia della Olga Canzon”
... O Piazza della Vedra... o carampann
de cà... o tanabus... buej... ratter...
o tosann della vita... o casotej
vecc de cinquanta gheij e la minestra! ...
... O Piazza della Vetra...o ruderi
di case...o stambugi...budelli...topaie...
o ragazze di vita...o casottelli
vecchi da cinquanta centesimi compresa la Minestra! ...
L'intera poesia la puoi leggere cliccando qui.
Una suggestiva veduta della piazza Vetra, vista dal lato sud della stessa. Al centro si nota un piccolo chiosco, che parrebbe in stile Liberty, Che sia un’edicola?
La piazza della Vetra: a destra, l’imboccatura di via Pio IV, che costeggia la Basilica. Al margine sinistro della foto, rivediamo il monumento a San Lazzaro, che si erge su… «uno spiazzo scarno e punteggiato di sassi e pietrame». Questa è la descrizione che ho dato della foto, secondo le mie cognizioni storiche.
«I "sassi e pietrame" che si vedono, sono il rimanente della montagna di macerie raccolte lì dopo il terribile bombardamento dell'agosto 1943. Le macerie non ci sono quasi più perché le stavano trasportando alla cava di San Siro dove sarebbe (con le macerie) sorto Monte Stella. »
Questa è una “delle” correzioni che il Roberto Marelli ha fatto alle mie didascalie, quando gliele ho mandate chiedendo “Aiutoooooo…”
Alle spalle della Basilica di San Lorenzo, oggi c’è un grande prato recintato, sulla cui erba si può stendersi a rilassarsi, oppure a parlar d’amore con l’amata. I vialetti di ghiaia che lo percorrono, sono puliti e ben curati, alcuni portano a “salottini” attrezzati con panchine sulle quali si ritrovano gruppetti di adolescenti o si isolano lettori “bucolici”. Altri, conducono ad uno spazio riservato, dove i più piccoli, possono giocare in un’area attrezzata ed a loro riservata, sotto lo sguardo vigile… dalle mamme, che WhatsAppano con le amiche, e della statua di San Lazzaro.
Ebbene, questo angolo di paradiso in città, per quasi otto secoli (1045-1814) è stato il luogo dove sono stati giustiziati delinquenti comuni, untori, eretici e streghe, tutti passati sul quel ponticello chiamato… "ponte della morte".
Per saperne di più sulle "Streghe" giustiziate nella piazza della Vetra, clicca qui.
Qualche passo avanti, in termini di civiltà, l’abbiamo fatto, che dici… Ora, se poi vuoi farti quattro passi virtuali (con GoogleMaps) nel parco della Basiliche, clicca sulla foto qui sotto, ma poi… torna qui, per proseguire la passeggiata con “le Cartoline di Maurizio”.
Qui la piazza della Vetra, sullo sfondo la via Vetraschi. I dislivelli e le “infrastrutture” che appaiono sul lato destro della foto, (balaustre, scalette, scivoli per il carico) visibili davanti ai palazzi che delimitano la piazza, fanno intuire lo scorrere del Vepra o Vedra. Sulla sinistra della foto, in ombra, ma ben visibili, si vedono i “binari di scorrimento” che indicavano ai mezzi di trasposto, il percorso per evitare il “traballamento” sull’acciottolato meneghino. (Poi ti dico come ho scoperto che veniva chiamata, in milanese, questa pavimentazione).
«I "binari di scorrimento" come li chiami tu - in milanese si chiamano: trottador o trottadora. Se ad esempio vai in via Disciplini, li vedi ancora ben conservati. Noi li chiamavamo anche: "carrador" perché vi passavano sopra i carri (questa parola qualcuno te la contesterà perché su i vocabolari indica anche il carrettiere, ma noi da bimbi (ormai nella preistoria) li chiamavamo anche così.»
La piazza, vista dalla parte opposta rispetto alla foto numero cinque, cioè da via della Vetra, oggi
via Pio IV, vediamo sullo sfondo, la via Vetraschi.
Il guidatore del carretto da trasporto in primo piano, direziona il cavallo in modo da percorrere diligentemente la piazza... sora i carrador per minga andà sora la… tipica pavimentazione acciottolata meneghina. Mia seconda scoperta, che in seguito ti dico come si chiama in milanese.
In questa bella foto dei primi del Novecento, (la rizzada, la tipica pavimentazione acciottolata meneghina di quei tempi) si nota in primo piano la struttura che nella foto n. 3, appariva lontano nel centro della piazza, come un “chiosco in stile Liberty”, rivelarsi in verità una infrastruttura atta a soddisfare i bisogni fisiologici della cittadinanza (maschile), in altre parole… on pissatoi.
A questo proposito, il Marelli mi segnala che relativamente al “vespasiano”, il Giosafatte Rotondi, (noto come El Pertegazza) aveva già trattato l’argomento nella sua poesia “Nostalgia”.
E che l’amico Delio Tessa ha ripreso ne "I pissatoj vecc de Milan" riconoscendola egli stesso, come "una variazione sul tema" dell’amico Giosafatte Rotondi.
Da "I pissatoj vecc de Milan"
di Delio Tessa
... "Pissatoj di temp andaa,
alla bona, in sul canton,
nient pretes e invernisaa
cont ona man de godron (catrame)
senza lussi e senza gioeuch
de idraulica ma a loeugh! ...
Per leggere tutta la pagina qui sopra parzialmente riportata, e "I pissatoj vecc de Milan", introduzione, poesia e note, clicca qui.
Nella speranza tu abbia gradito, la “passeggiata” nella piazza della Vetra, come avrai notato, questa volta, i preziosi dettagli e la precisione di alcune informazioni in queste didascalie, sono di un livello superiore.
Non voglio dirti di chi è il merito, voglio invece dirti chi devo ringraziare per questo balzo di qualità; grazie Roberto per tutto l’aiuto che mi hai dato.
Un ringraziamento va anche a Maurizio, che come sempre ha fornito del materiale interessante e stimolante.
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Se scivom… elbor
Ps. Mi è venuto in mente quando sono tornato a vedere nei testi del “Cruciverba a la milanesa” che anche la Piera Bottini, mi aveva detto cos’era la rizzada. Grazie a te Piera oltre al… Roberto Marelli
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Se scrivom... elbor