Aprile 2016
Come nei programmi informatici, che dopo la prima versione, ne seguono altre (release) che tramite la numerazione progressiva, identificano i perfezionamenti o incrementano nuove funzionalità, anche la nostra “Rosetta de la Vetra” raggiunge la release due punto zero.
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La versione 0.0 (o beta) della Rosetta, è del Ottobre 2015. Avevo trovato tra le carte di mia madre, una stampa laser con la storia ed il testo della canzone de "La Povera Rosetta", che lei aveva tenuto da conto. Toccato dal ritrovamento avevo deciso di raccontartelo. Per andare a quel blog clicca qui.
In seguito, nel Dicembre del 2015, un primo contributo è arrivato dall’amico Guido che con la sua mail, puntualizzava la questione. La Paola Cavanna, con la sua poesia dedicata alla Elvira Andressi, ha incrementava il materiale facendoci raggiungere la release 1.0.
Per andare a quel blog clicca qui.
Ora, con l'ulteriore materiale raccolto siamo alla release 2.0
Organizzazione del racconto
Il Roberto Marelli, che con estremo piacere sto verificando essere un attento lettore qui del sito, leggendo questa versione “1.0”, m’ha scritto per segnalarmi che sul suo “Porta Ticinese, oh cara” ha dedicato un intero capitolo alla morte della Rosetta, con riferimenti e particolari che si discostano dalla versione più comunemente conosciuta.
Con la collaborazione del Marco Carcano (il figlio del Luisin Tassita, che oltre al suo mestiere è un capace informatico e un esperto in conversioni da testi cartacei/digitalizzazioni – ehhh mio caro, qui il gruppo si allarga, a beneficio della qualità/esattezza delle informazioni…) mi ha inviato il capitolo in questione, che col permesso del Marelli, pubblico di seguito.
La richiesta all’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini, e la cortese professionalità del personale incaricato alla scansione ed invio dei documenti, mi permette di mostrarti la riproduzione delle pagine del quotidiano “L’Avanti” del giorno 27 e 28 agosto 1913.
L’ultima pagina de “L’Avanti” del giorno 29 agosto, invece, l’ho recuperata in internet.
Dopo la parte di ricerca “storica” della vicenda, ti propongo alcune versioni della famosa canzone “La povera Rosetta” anticipate da un quesito/ precisazione che riguarda la prima strofa.
In fine, per concludere questo lunghissimo racconto, un ultimo capitoletto con un po’ di… gossip.
Detto ciò, non resta che augurati una buona lettura. elbor
Tratto da “Porta Ticinese, oh cara”
La vera storia della Rosetta
di Roberto Marelli
Noi gente del Carrobbio, siamo cresciuti con il "culto" della povera Rosetta. Le mamme mentre lavavano i panni o cucinavano cantavano, sempre con commozione, la famosa canzone a lei dedicata, i nonni ricordavano come se fosse ieri la fatidica sera del 26 agosto 1913... mio padre, che era nato in Piazza Vetra 24, mi raccontava che nel suo caseggiato abitava un fratello della Rosetta che lavorava al Verziere. Di costui ricordava che aveva una particolarità, un piede equino 20, che lo faceva zoppicare.
Tutti i particolari verranno confermati, come vedremo, nell'inchiesta condotta da Leonardo Sciascia. Noi, ragazzi degli anni Quaranta, nell'ascoltare le loro parole, immaginavamo quel mondo di malavita che soltanto da qualche anno era scomparso, con il risanamento della zona voluto dal Duce.
Demolite le loro case, gli abitanti della Vetra e dei Vetraschi, compresi i malavitosi, furono trasferiti lontano dal centro città, chi alla "Baia del Re" 21 alla fine del borgo di San Gottardo, chi nelle case popolari del nuovo quartiere di San Siro. Al Carrobbio era rimasto solo il ricordo tramandato dalla canzone dedicata alla povera Rosetta “...che era di Piazza Vetra e battea la Colonnetta...". Pura fantasia, anche se almeno due generazioni di cantanti d'osteria e di cantastorie ci hanno campato sopra. Perfino "I Gufi“, famoso quartetto degli anni sessanta, l'avevano inserita nel loro repertorio.
Ci voleva il grande scrittore siciliano per farci conoscere, con la sua approfondita ricerca, come si svolsero realmente i fatti e chi fosse in realtà la vera Rosetta, ossia: Andrezzi Elvira Rosa Ottorina, come risulta dai registri anagrafici del comune di Milano e da quelli della parrocchia di San Lorenzo alle Colonne. Ultima di nove figli, aveva esordito nell'aprile del 1913 come canzonettista al Teatro San Martino 22, col nome d'arte di Rosetta de Woltery ottenendo un grande successo, con la canzone "Scarliga" 23, scritta da Marco Ramperti e musicata dal maestro Mignone. Ma entriamo nel vivo della vicenda, riportando quanto pubblicato dal quotidiano l'Avanti del 27 agosto 1913. La notizia che riguarda Rosetta ha questo titolo; “Canti notturni - e donnine più... allegre del solito. E come sottotitolo; Una ribellione in Largo Carrobbio, Il tentato suicidio della Rosetta”. Altri quattro giornali dell’epoca; Il Corriere della Sera, L'ltalia, La Lombardia e Il Secolo danno la stessa versione dei fatti: “Schiamazzi di nottambuli avvinazzati; due guardie che si avvicinano per farli cessare; aggressione dei nottambuli; le guardie quasi sopraffatte quando sopraggiunge una squadra di rinforzo; arresti. Ma nel tragitto dal Carrobbio a San Fedele, una delle arrestate ingoia alcune pillole di sublimato corrosivo".
Sciascia, spiega che: “il sublimato corrosivo (cloruro mercurico, HgCl2) era diventato in quegli anni veleno da cucina e da borsetta e quelle che l'Avanti chiamava donnine allegre pare che di sublimato corrosivo fossero sempre munite per non esserci più al momento della paura, dell'angoscia e dell'insopportabile dolore fisico". Quel momento, per Elvira Andrezzi detta Rosetta, arrivò la notte del 26 agosto 1913 (ingoiò il sublimato, o finse di ingoiarlo, per far sì che le guardie la portassero in ospedale invece che in Questura). Una cosa è certa, quella notte i fatti non andarono come i giornali li descrissero il giorno dopo. Solo l'Avanti del 28 agosto tentò di stabilire la verità dei fatti. L'inchiesta del quotidiano partì da quanto era riportato nel registro dell'ospedale al momento del ricovero; "Elvira Andrezzi di anni 19, abitante in via Gaudenzio Ferrari 7, a scopo suicida ingoiava tre pastiglie di sublimato corrosivo, perché arrestata". Il giornale poneva una sola domanda: può una pastiglia di sublimato uccidere una donna in poche ore? Anche perché arrivata all'Ospedale Maggiore, attraverso una lavanda gastrica si poté stabilire che nessuna traccia di sublimato era stata trovata.
Ricoverata all'una e trenta di notte, alle undici e trenta del mattino seguente la ragazza moriva, il fratello Luigi, che in mattinata si era recato all’ospedale, era stato respinto. Solo più tardi era stata ammessa la sorella Maria. Dichiarò che l'Elvira diceva: “Mi hanno ammazzata! Mi hanno ammazzata!” e di non poter vedere altro sul corpo della sorella che una larga ecchimosi al braccio. Che la Rosetta fosse morta per le percosse ricevute, la sorella non aveva dubbi, anche perché la sera prima aveva assistito a quella che la Questura aveva definito "ribellione".
Ecco un sunto della versione pubblicata da l'Avanti: "Martedì notte l'Andrezzi era diretta verso la casa di una sorella sposata che abitava in via Vetraschi 22, con altre due ragazze e quattro giovanotti si era fermata a chiacchierare in Largo Carrobbio, quando furono avvicinati da due agenti di P.S. che intimarono loro di circolare. I ragazzi rifiutarono dicendo che non stavano facendo nulla di male, i due agenti si allontanarono per tornare poco dopo da via Torino con circa venti poliziotti, che estraendo le daghe distribuirono piattonate all'impazzata, una di queste colpì al petto l'Andrezzi che cadde al suolo svenuta. Arrestati i quattro giovani, i poliziotti se ne andarono lasciando Rosetta a terra. Fu soccorsa dal fratello Arturo che era stato avvisato dalle due donne che si trovavano in compagnia della Rosetta al Carrobbio. Arturo era il fratello zoppo di Rosetta, che faceva il facchino al Verziere (e qui la versione del racconto di mio padre è confermata). Il fratello, aiutato da due giovani, stava portando Rosetta, che nel frattempo aveva ripreso i sensi, verso Piazza Vetra quando improvvisamente tornarono i poliziotti e si misero a picchiare selvaggiamente il povero Arturo il quale si difendeva gridando che lui alla zuffa del Carrobbio non aveva partecipato.
Fu preso a calci, gettato a terra e ammanettato poi si rivolsero nuovamente verso Rosetta che colpita violentemente al petto cadde a terra battendo la testa contro il selciato. Dalle finestre delle case di Corso di Porta Ticinese da dove gli abitanti del quartiere stavano assistendo alla brutale violenza (vi erano anche i miei nonni e i genitori dello scrittore Raffaele Bagnoli ) si udirono commenti verso gli agenti che con la rivoltella in pugno intimarono a tutti di rientrare. Spaventata la gente si ritirò. Rosetta fu adagiata in una carrozza che si diresse verso l'ospedale e fu lì che, secondo la versione della polizia, la ragazza tentò o finse di suicidarsi. Un'enorme folla voleva entrare all'obitorio per darle l'ultimo saluto ma la polizia lo impedì, furono ammessi solo i parenti più stretti. Alle sedici il corteo si mosse verso il cimitero di Musocco, i funerali furono religiosi e questo significava che la Chiesa non credette alla versione del suicidio data dalla Questura. Per prevenire eventuali disordini, la sera stessa, agenti della terza sezione di P.S. operarono molti arresti nel rione Ticinese, Vetra e Vetraschi. Tra i fermati vi fu anche Alessandro Andrezzi, il "fratello Sandro" citato nella canzone. Della storia della Rosetta rimane solo una canzone popolare, nata all' osteria della Gesetta, un locale malfamato della Vetra dove un tempo si trovava la chiesetta di San Vito ed ora si trova l'Istituto Cattaneo , il resoconto dettagliato dei fatti raccontato da Leonardo Sciascia e la testimonianza dei miei nonni, di mio padre e dei genitori dello Scrittore Raffaele bagnoli che abitavano all'ultimo piano di Corso Ticinese,4 e la testimonianza di cui ho dato ampi stralci.
Prima di passare al capitolo dedicato a Piazza Vetra eccovi la versione originale della canzone come, ai tempi, era cantata a Porta Ticinese.
20. Piede equino: anomalia caratterizzata dalla flessione del piede verso il basso, cioè tendente a disporsi sullo stesso asse della gamba a causa della contrattura involontaria della muscolatura. Questa malformazione fa si che camminando il soggetto possa appoggiare sul terreno solo la punta del piede.
21. Baia del Re - così era chiamato il nuovo quartiere popolare costruito in fondo alla via Meda, perché venne edificato quasi in concomitanza al viaggio di Umberto Nobile dalla Baia del Re al polo e finito tragicamente Due posti lontanissimi, uno al Polo Nord e l`altro all’estrema periferia sud di Milano.
22. Il teatro San Martino, aperto nel 1907 fu il primo a presentare in Italia “Il Teatro da Camera" o Cabaret, ritrovo alla moda della gente bene. Vi recitarono Mistinguette, Anna Fougez. Petrolini ecc. ecc. Venne demolito nel 1926 per far posto a quello che fino a qualche anno fa era il cinema Excelsior. tra la Galleria del Corso e via Passarella
23. Scarliga: scivola via merluzzo, che non è questo il tuo uscio.
Tratto da “Porta Ticinese, oh cara” di Roberto Marelli.
“L’Avanti” del 27 Agosto 1913
Dato che la lettura del testo con la risoluzione del monitor non è possibile, per leggere la trascrizione della parte dell’articolo relativo alla Rosetta, evidenziato in rosso, clicca sulla riproduzione qui sotto.
“L’Avanti” del 28 Agosto 1913
Dato che la lettura del testo con la risoluzione del monitor non è possibile, per leggere la trascrizione della parte dell’articolo relativo alla Rosetta, evidenziato in rosso, clicca sulla riproduzione qui sotto.
“L’Avanti” del 29 Agosto 1913
Dato che la lettura del testo con la risoluzione del monitor non è possibile, per leggere la trascrizione della parte dell’articolo relativo alla Rosetta, evidenziato in rosso, clicca sulla riproduzione qui sotto.
Ndr. Particolare... La foto della Rosetta, apparentemente sembra appoggiata sulla pagina del quotidiano. Piu informazioni nella scheda contenete il testo trascritto dell'articolo.
La canzone
I cantanti ed i gruppi che hanno interpretata questa canzone sono molti, e altri lo faranno ancora, perché un ricordo carico di sentimento ed amore, che resterà tra i classici ancora per molti anni.
Te ne propongo alcune versioni eseguite da differenti interpreti, che puoi ascoltare cliccando sulle rispettive miniature.
Buon Ascolto
I Gufi
Fantastico Folk
Ligera 73
Claudio Merli
Miranda Martino
Il testo della canzone
La povera Rosetta
di anonimo
Il tredici di agosto
In una notte scura
Commisero un delitto
Gli agenti di questura.
Hanno ammazzato un angelo
Di nome la Rosetta
Era di piazza Vedra
Battea la Colonnetta.
Chi ha ucciso la Rosetta
Non è della Libera
Forse viene da Napoli
È della mano nera.
Rosetta mia Rosetta
Dal mondo sei sparita
Lasciando in gran dolore
Tutta la malavita.
Tutta la malavita
Era vestita in nero
Per compagnar Rosetta
Rosetta al cimitero.
Le sue compagne tutte
Eran vestite in bianco
Per ‘compagnar Rosetta
Rosetta al camposanto.
Si sente pianger forte
In questa brutta sera
Piange la piazza Vetra
E piange la Libera.
Oh guardi calabrese
Per te sarà finita
Perché te l’ha giurata
Tutta la malavita.
Dormi Rosetta dormi
Giù nella fredda terra
A chi t’ha pugnalato
Noi gli farem la guerra.
A chi t’ha pugnalato
noi gli farem la guerra.
NON 13 ma… 26.
Leggendo i documenti che la ricerca ha prodotto, mi appare chiaro che l’inesattezza che il Marelli mi ha anticipato un paio di mesi fa, sia reale, ed… i-ne-qui-vo-ca-bi-le.
Ed io mi trovo d’accordo con lui, anche nell’apporre una piccola, ma significativa modifica al testo della canzone “La povera Rosetta” che “tradizionalmente” recita così:
Il tredici di agosto
in una notte scura
commisero un delitto
gli agenti di questura.
Perché… tredici?
L'arresto della Rosetta, come abbiamo letto su “L’Avanti” del 28 Agosto 1913, al paragrafo “Il Prologo”, è avvenuto … martedì notte, 26 agosto, verso il tocco. Giorno e data che corrispondono come da calendario del 1913 qui sotto riportato: martedì… 26 Agosto 1913.
Ma… d'altronde, è comprensibile e in fondo perdonabile un errore, se pensiamo che l’autore/autori (la canzone risulta di anonimo) abbiano “vissuto” la morte della Rosetta, nel momento in cui la Polizia l’ha picchiata e portata via. (Non come riporta il quotidiano del 28/08/1913 – Paragrafo: La morte … Ieri mattina (Ndr 27/8/1913) Luigi Andressi si recò invano all’Ospedale Maggiore… / … Alle ore 11:30 Elvira Andressi spirò. …
Non erano certo avvezzi a giornali, referti ospedalieri, e men che meno, avranno avuto buone entrature nell’ambiente delle forze dell’ordine, con i quali datare il decesso. Possiamo immaginarli concitati, affannati a scrivere il testo e comporre la musica, per trasmettere il dolore, la rabbia, la voglia che tutti sapessero, della vigliaccheria che quella giovane, (19 anni aveva) balla, canzonettista, e… “allegra donnina” certamente era più vicina a loro (e agli ambienti della “Mala”) che a quelli della Polizia, aveva subito.
Alla luce di ciò, e come afferma, subito all’inizio il capito “La vera storia della Rosetta” del libro “Porta Ticinese, oh cara” del Roberto Marelli; che la morte della Rosetta è avvenuta … la fatidica sera del 26 agosto 1913 ...
Quindi, viste le ragionevoli circostanze che hanno involontariamente causato l’erre della data del decesso, ma… allo stesso tempo, volendo render giustizia alla Rosetta, ridandole quei tredici giorni di vita erroneamente tolti, la sua canzone, “la povera Rosetta”, come il Marelli suggerisce potrebbe essere cantata cosi:
Il 26 di Agosto
in una notte scura
commisero un delitto
gli agenti di questura.
cosa che I Cantamilano e gli Stramilano fanno già da qualche tempo.
E giustizia sarà fatta.
Ok, per questo aggiornamento è tutto, ti saluto con un abbraccio. elbor
Stavo dimenticando…
il gossip
Gironzolando in rete e sui vari diari facebook degli amici, sono incappato nella pagina de “I cantamilano Angelo Truffi”. Tra i blog, ho trovato un video con una versione de “La povera Rosetta” cantata ad una bella tavolata, accompagnati dalla chitarra di Angelo.
Versione che il Roberto Marelli mi garantisce essere stata cantata con la strofa iniziale che recita: Il 26 di Agosto / in una notte scura ...
Oltre a ciò, c’è un video di una simpatica “barzelletta” in milanese, raccontata dal Marelli che vale la pena ascoltare.
Per ascoltare la canzone clicca sulla foto di sinistra, mentre per la barzelletta su quella di destra.
Adesso è davvero tutto. Spero tu abbia trovato questo lungo racconto piacevole. Naturalmente se hai informazioni o particolari relativi alla nostra Rosetta, da aggiungere a quelli già pubblicati, non esitare ad inviameli, così da passare alla realise successiva
Prima di concludere voglio fare un ringraziamento all’Istituto di Studi Gaetano Salvemini che mi ha fornito le scansioni relative alle copie de L’Avanti, fornendo un servizio importantissimo a tutti colo che amano conoscere tramite la precisione di originali documenti storici. In particolare ringrazio la signora Raffaella Valenti, per la pazienza che ha avuto nei miei confronti.
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Ti saluto invitandoti a lasciare un tuo commento nello spazio dedicato, in modo che i visitatori che ti seguiranno, potranno leggerlo ed a loro volta, porre il loro messaggio.
Se vedom… elbor
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Se scrivom... elbor