Febbraio 2016
La corrente di destra già l’abbiamo conosciuta e sappiamo dove finisce. Oggi, è venuto il momento di andare dall’altra parte, verso sinistra.
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Si prospetta più interessante, con prospettive e scenari più belli, con un percorso ben più lungo di quello di destra. Sei d’accordo?
Come di cosa? Sto parlando del tratto del Naviglio che arriva in piazza Cavour, la parte che adesso Maurizio ci racconta.
Ma a cosa avevi pensato che mi riferissi? Alla politica!!! Ma fammi il favore, quella è morta… da tempo, forse ancor prima del Navili mort.
Ok, lasciamo la parola al nostro Super/Esperto/ PRECURSORE in materia di foto storiche di Milano.
Da piazza San Marco e piazza Cavour
Questa volta scopriamo il percorso del Naviglio scomparso (coperto) già dal 1929.
Le acque che da Nord, dal Naviglio Martesana sono entrate in città, hanno raggiunto il laghetto di San Marco. Dopo il temporaneo “rallentamento”, dovuto al seppur piccolo slargo del corso delle acque, di fronte alla Chiesa di San Marco, la corrente riprende il suo cammino e passa sotto al ponte del Pontaccio, per poi dividersi in due flussi; verso destra, per passare sotto il ponte di Brera e terminare nel tratto cieco, el Navili mort, che abbiamo visto la volta precedente, e verso sinistra, per dirigersi sino in piazza Cavour, che vediamo questa volta.
Questa è il percorso che faceva il Naviglio (prima di essere coperto) per arrivare in piazza Cavour.
Con le sue immagini della Milano che non c’è più, il nostro Maurizio è (come detto all’inizio) un PRECURSORE, di… Googlemaps. Affiancando ed ordinando le immagini che nel suo archivio, Maurimaps credo che sarebbe in grado di fare una la ricostruzione completa, per lo meno delle più importanti e significative zone di “quella” Milano. Ecco il motivo di questa nuova “segnaletica” per le cartine che identificano il percorsi trattati, al fine di darti più informazioni e chiarezza nella lettura di questo “tesoro” fotografico.
La prima foto si riferisce a via Fatebenefratelli, all’altezza della Chiese di San Marco, praticamente sul ponte del Pontaccio. Possiamo affermarlo perché a destra, dietro al numero della foto, si vede la balaustra in ghisa del ponte, ed a sinistra, dove c’è la signora Maria che ha appena terminato di percorrerle il ponte, si nota l’ultimo pomello della balaustra opposta. La signora Maria, che costeggia il parapetto del Naviglio, e si sta dirigendo al ponte Marcellino, (lo vediamo sullo sfondo, all’altezza del collo di pelliccia del suo cappotto) per acquistare dell’ottimo cioccolato.
Con la seconda foto, arriviamo all’incrocio con via Borgonuovo (conosciuta negli anni ’20, anche come, contrada de’ sciuri) la quale si collegava alla via Fatebenefratelli, tramite il ponte Marcellino, un punto importante per la “regolazione” delle acque del Naviglio. Lo si nota dalla scaletta che consente l’accesso alla apertura/chiusura della chiusa in legno, necessaria a controllare il livello delle acque.
L’entrata del negozio dove è diretta la nostra signora Maria, è proprio al di là del ponte, sull’angolo di via Borgonuovo, dove si nota una grossa insegna angolare, con scritto “Bia”nchi e C. Fabbrica Cioccolato – e in mezzo: Theobrona. Un pregiato tipo di cacao. Guarda… clicca qui.
Questa immagine ci mostra lo stesso ponte, da un inquadratura diametralmente opposta alla precedente.
È davvero preziosa questa quarta fotografia. Ci mostra, dopo la leggera curva del Naviglio che sta dirigendosi in piazza Cavour, il campanile della ormai scomparsa Chiesa di Santa Maria Aracoeli. Per info WikipediA clicca qui.
Al posto del campanile, nell’immagine “catturata al computer” ai giorni nostri, svetta una bella gru (edile, naturalmente).
Ritengo molto bella nella foto a seguire, oltre alla vista del campanile e della parte posteriore della Chiesa di San Marco, anche la parte di sinistra, al di là del Naviglio: la zona popolare.
Bello l’ultimo piano di una tipica casa di ringhiera, che si affaccia sui tetti di quelli che paiono essere (dalle casse accatastate nel porticato e dal camino “industriale” che spicca) dei magazzini o retrobottega di qualche attività artigianale, di quelle che erano spesso situate nel cortile interno di molti edifici.
Sempre in via Fatebenefratelli, la foto numero sei, ci mostra una suggestiva immagine di quella che doveva essere la visuale, dopo essere scesi dallo scivolo merci, una volta arrivati sotto al ponte, a “livello acqua”.
Scorcio ed emozione che, per i due signori ripresi all’inizio dello scivolo, mentre chiacchierano, doveva essere assolutamente normale.
Unica caratteristica che unisce le due immagini, la prima del 1929 con la seconda; veduta attuale, che ritraggono la via Fatebenefratelli che termina in piazza Cavour, è la circolazione dei tram. Con la differenza che oggi, per andare in piazza Cavour da via Manzoni, passiamo su una “strada” . Se avessimo fatto il medesimo percorso sino agli anni ‘20, avremmo attraversando questo ponticello. Decisamente più bello, vero?