Febbraio 2016
È stato il 23 Aprile del 2015, in occasione dell’incontro per festeggiare San Giorgio, all'Antica Credenza di Sant Ambrogio, che ne ho scoperto l’esistenza, e che ce ne fosse una anche a Milano.
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Sto parlando di quella che una volta si chiamava “Ruota degli esposti”, come quella nella foto/capolettera, che ai nostri giorni si chiama “Culla per la vita,” e qui a Milano, è situata in via Della Commenda, in quello che (suppongo) sia stato il locale portineria dell’entrata carrabile della clinica Mangiagalli.
Il primo giorno di febbraio è stata utilizzata. È stato abbandonato un neonato di circa due mesi, «pare, ma vista l'età potrebbe essere anche una falsa impressione, che abbia tratti orientali.» come riferito nell’articolo di Milano-Repubblica.it dello stesso giorno del ritrovamento. Il primario di patologia neonatale che l’ha “trovato”, l’ha poi accolto nel suo reparto, ed ha voluto chiamarlo (almeno per ora) Giovanni, come il suo di figlio, come a voler dire che anche il piccolo Giovanni è un po’ come il suo di Giovanni.
Io, come ti dicevo prima, ero andato a vedere questa “Ruota degli esposti” in versione moderna, a giugno dell’anno scorso, dopo aver scritto sull’incontro per la Panerada.
Qualche giorno dopo, sono andato in via Della Commenda per raccogliere del materiale da tenere in archivio, è domandando informazioni al fiorista che c’è a lato della culla, mi sono imbattuto in un signore, simpatico e… milanese. Approfittando della sua disponibilità, (si è lasciato amabilmente filmare mentre gli parlavo…) ho girato un paio di spezzoni, che qualche giorno fa, dopo la notizia del ritrovamento nella “culla della Mangiagalli” ho ripreso e montato. Puoi vedere il video cliccando sulla foto qui sotto.
Vero che è un bel personaggio el scior Giovann…
Il fatto che primario che ha "trovato" il neonato nella Culla della vita, a due passi dal chiosco del signor Gianni, “rassegnatosi” ad esser da me chiamato: Giovanni/Giovann, mi fa pensare che queste due persone sono legate e davvero speciali. Per questo ho voluto raccontarti questa storia.
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Ps. Ho in mente un sacco di riflessioni relative all’abbandono, alla lacerante ferita di una madre/padre che arrivano a questa scelta, al pensiero che per tutta la vita li assillerà. Oppure come si sentirà, dopo… chi ha partecipato all’attuazione pratica di questa “ir-rescindibile” decisione. Tutti pensieri che non ti esporrò, per rispetto a “Giovanni” in primis e a te ed alle tue di riflessioni.
Quello che allevia questi complicati e pesanti pensieri, è sapere che a Milano c’è questa “iniziativa”, fortunatamente poco usata, ma c’è.
Ps2. Sant Ambrogio senza l’apostrofo non è un refuso… me lo diceva (o così ho capto) il Tullio Barbato un pomeriggio a casa sua. Ed io… obbedisco.
Ps3. Ho chiesto ad una bravissima consulente, alla quale spesso “rompo” per farmi correggere i miei trafalcioni meneghini (della quale ti dirò solo le iniziali del nome e cognome: PC), com’è la storia del nome Giovanni in milenese.Mi ha detto: « la forma contratta di Giovann, in milanese resta invariata come in italiano».
Quindi Giovanni... Ma io mi sono preso una "licenza poetica" per sottolineare la simpatia che provo per el scior Giovann de settantanoeuv ann ho voluto sbagliare sapendo di farlo e sapendo che la Paola Cavanna mi perdonerà. Ops... m'è scappato.