Gennaio 2016
L’appuntamento era a casa sua, l’otto gennaio 2016, alle 11:00h. Dovevo solo fotografare un disegno di papà, e chiedergli un parere/consiglio relativamente ad un’iniziativa che vorrei intraprendere.
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Al pianerottolo m’ha accolto sorridente, elegantemente vestito come sempre, e naturalmente con… la sigaretta accesa. L’ho salutato con un abbraccio ed un bacio e gli ho fatto un rimprovero per la sigaretta, al quale ha risposto con una educata smorfia+sbuffo, che equivale a: comincia minga a romp i ball.
Il Barbato è così, chiaro, diretto, schietto e… generoso. A me piace andare a trovarlo a casa, perché lì, qualunque argomento gli chieda di parlarmi, lui a un certo punto, si allontana, va alla libreria e torna con un libro, un plico di fotocopie, oppure un disco o un oggetto, col quale arricchisce il racconto, anzi dovrei dire: il film.
Già, perché sentire parlare il Tullio, per me, è come andare al cinema. Tanti sono i particolari, i riferimenti e le contestualizzazioni che inserisce nel racconto, che la scena mi scorre nella mente, mentre guardandolo lo ascolto. D’altronde la sua capacità storica e narrativa è riconosciuta ed apprezzata da tutti, e non solo nella forma cartacea, sulla quale ha svolto professionalmente per vari giornali e per altrettanti editori, ma anche verbalmente, nei 38 anni in cui è stato, il direttore di Radio Meneghina, con trasmissioni che ancor oggi sono ricordate.
L’altra caratteristica che mi affascina e sconvolge è che quando mi trovo a chiedergli un informazione o un chiarimento, la risposta è sempre accompagnata da nomi e cognomi, luoghi e date precise, e quando rielaboro l’aiuto, con la mia “fonte informatica” preferita (WikipediA) puntualmente mi conferma tutti i “dati” che il Barbato mi ha dato. Sarà che si sono ispirati a lui quando hanno pensato ad un’enciclopedia informatica?
Naturalmente il Tullio, per il carattere e la vivacità mentale che ha, nonostante l’età ed i problemi di salute, che combatte quotidianamente come un leone, continua a lavorare, scrivere, intervenire a presentazioni e dibattiti, far parte di giurie ed aiutare i polaster come me. Fa, tutto questo, ma non usa il computer, ripeto… NON lo usa, e non vuole usarlo.
Quindi… usa il metodo che ha sempre usato, raccoglie, organizza ed archivia il materiale secondo il suo criterio, appunta le idee, ordina le foto e i documenti, gli oggetti e i libri, tutto secondo il suo metodo, e vista l’esatta attendibilità delle informazioni che poi è in grado di dare, non si può dire che il suo metodo non sia efficace.
Sarà che tra un po’ viene fuori un sito che si chiama: www.BarbatopediA.Milano ??
Questo è un esempio di un suo appunto, che è parte di un argomento formato da vari altri appunti. Nota le frecce rosse che ho inserito, nella fotocopia a lato, in corrispondenza ha sbianchettato il treno ed il carretto perché nell’articolo che andrà a scrivere deve fare una puntualizzazione. Il foglietto è promemoria messo in un momento successivo, che deve essere sviluppato in un certo modo… e così via.
Se vuoi, puoi entrare ancor di più in profondità nella sua metodologia di lavoro (così differente e lontana da chi si affida a quella informatica) e ritrovare, tra le righe dei suoi appunti, la preparazione e il carattere che conosciamo e che l’hanno contraddistinto.
Realmente… si tratta di una tecnica, una forma mentis sulla quale una startup potrebbe sviluppare del business.
E dopo questa sparacchiata di termini in inglese, so che Maria Celeste, la moglie del Barbato potrebbe arrabbiarsi un poco, per ciò che sto per dirti.
La capisco, è una donna del tipo “Panda” (razza in estinzione) che ama, cura e tiene alla sua casa, come è giusto che sia, perciò, mostrarti delle foto della zona di lavoro del Tullio, organizzata secondo il suo sistema, che… non è esattamente quello di Maria Celeste. È un’intromissione nella loro vita, non da poco.
Ma io, prima di pubblicare, ha mandato la bozza al Boss e lui mi ha dato l’autorizzazione. (Il loro è un rapporto del tipo… “Panda”).
Ecco le foto che Maria Celeste ha permesso che fossero pubblicate. - Tre, non una di più.
Ma d'altronde… non ci stupiamo quando in televisione, viene intervistato un giornalista, uno scrittore, un uomo di cultura, ed è inquadrato al lavoro, con alle spalle ad una libreria infognata di libri mal ordinati, è seduto ad un tavolo dal quale si stagliano grattacieli instabili di libri, dispense, voluminosi dépliant, a rischio crollo, coi gomiti appoggiati su distese di carte e documenti… Perché Barbato dovrebbe essere differente?
In questa foto, mentre mi sta mostrando parte del materiale per alcune prossime pubblicazioni, mi dice: - è normale vero?
Quando all’inizio ho detto “generoso”, non ho scelto questo bel aggettivo per bilanciare i precedenti, ma perché realmente lo penso, e te lo dimostro subito.
Tra le pile di appunti, spuntava questo che segue. Notando la foto, a colori, ed apparentemente “moderna” con degli alberi, gli ho chiesto di cosa si trattasse.
- No… è una poesia che ho scritto. Ma scrivi anche poesie? gli ho chiesto. Ti va di leggermela mentre ti registro? – Lassom andà a bev on biccer d’acqua e vegni.
Clicca sulla foto che segue per vedere il video del Tullio che legge “Dai veder de cà mia”, in seguito la foto del testo, scritto di suo pugno. Buona visione.
La foto della poesia in formato cartaceo: BarbatopediA.milano
M’ha fatto molto piacere, e qui nuovamente si dimostra la sua generosità, che abbia accettato di leggere, di essere filmato, di lasciarmi pubblicare il video, di una poesia di così recente creazione. Come avrai notato, è datata primo novembre 2015, poco più di un mese prima della mia visita.
Trovo dolcissimo il finale del video, il Barbato in versione “privacy”. Quando la Maria Celeste dice che non le piace quando il Tullio parla… in milanese. Sorrido, e vorrei chiederle: come hai fatto a sopportare questo “punto nero”, quando era uno dei pregi della più importante e seguita emittente in dialetto milanese, la mitica Radio Meneghina, negli anni in cui è stato il direttore? Come hai fatto a resistere tutte le volte che ha presieduto concorsi e giurie di competizioni poetiche o canore in dialetto milanese?
E tutte le volte che in questi anni, e sono più di sessantaquattro che si conoscono, è stato invitato ad una conferenza, un convegno o intervistato proprio per questa sua riconosciuta milanesità, anche parlata, del dialetto meneghino? La risposta è facile e breve, mi viene da dire: inizia con la “A” e termina con la “E”. Ma non voglio dirla perché non sono affari miei.
L’ho detto subito: mi piace fare visita ai Barbato. Mi piace anche perché ci sono alcuni aspetti che sono somiglianti ad alcuni che papà e mamma avevano, principalmente nella vita familiare.
Papà non si occupava di tutta una serie di cose che erano solo appannaggio di mia madre, e lei, non metteva becco per cose che erano esclusivamente di papà, eccetto… quando lui le chiedeva un parere, del quale lei, regolarmente non condivideva nulla, eccetto il fatto di agire poi come lei gli aveva consigliato e riconoscerle il merito solo dopo molto tempo. Ma anche per questioni o per cose banali, come il competersi i cruciverba delle ultime pagine de “la Settimana Enigmistica”, o peggio completare il quadro quando là dove lui non era riuscito. E questo i Barbato mi hanno detto essere ancora motivo di competizione.
Una cosa assolutamente li differenzia: i Barbato sanno ballare, papà e mamma… come due mattoni.
Ok, mi sono fatto prendere la mano dal sentimentalismo, dai ricordi e dalle elucubrazioni personali, come spesso mi succede. Ma adesso che non son più “on sbarbaa”di primo pelo, ho imparato che si sta meglio a non trattenere, che non c’è nulla di male ad aprirsi ed a dichiararsi, quando si tratta sia di elogi , sia disapprovazioni, ed io col Tullio non ho da temere, è unanimemente riconosciuto come lui sia uomo chiaro, diretto, schietto e… generoso.
Grazie Tullio e Maria Celeste per le piacevoli ore che abbiamo trascorso assieme.
Se vedom… elbor
Ho trovato in YouTube un’intervista del 2013 a Tullio Barbato, intitolata “Qunado il derby era tra canottieri” (la Olona e la Milano) fatta da Manuela Rossi, un'inviata dell’Associazione RIAPRIRE I NAVIGLI, che non è in milanese (per accontentare Maria Celeste) ma che è ugualmente piacevole ascoltare. Per vederla clicca sulla piccola foto.
Mi pare di aver dimenticato qualcosa… Dunque… Ah già… il disegno di papà. Stavo dimenticando di mostrarti il bel disegno a china, che si è aggiunto alle altre quattro opere (codice proprietario: perm-021) presenti nella Permanente Virtuale.