Novembre 2015
Dopo esserti rinfrescato la memoria con le immagini di com’erano le Varesine, ora guarda alcuni scorci delle ex-Varesine. Sono inquadrature che mostrano molto bene la direzione e la “missione” verso la quale ci stiamo dirigendo.
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È interessante verificare come la realtà e l’impatto visivo trasmettano ad ognuno di noi differenti sensazioni ed emozioni. Nel caso di Michele, che usa la macchina fotografica, e fissa con un click il concetto, io trovo che siano… inequivocabili.
Un colpo d’occhio del cambiamento avvenuto nella zona, che in questa giornata meteorologicamente non promettente, fa apparire le due torri, coi loghi di EXPO e della Rosa Camuna, forse ancor più imponenti del vero.
Il disorientamento visivo che si percepisce in tutta l’area, è dovuto agli edifici specchiati ed alla vicinanza reciproca. I riflessi “tremolanti” fanno della zona, il regno incontrastato di una nuova specie di “Fata Morgana”… quella creata dall’uomo.
Forse, Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, negli anni sessanta cantavano anche loro, la canzone di Celentano che diceva: “… sì, è un albero di trenta piani …”.
- Il Bosco verticale, è un complesso due torri residenziali di 111 metri e 78 metri, la cui peculiarità è la presenza di oltre 900 specie arboree (550 alberi nella prima torre e 350 nella seconda, circa) sugli 8 900 m² di terrazze. La struttura è stata completata nel primo quadrimestre 2012 e, dopo un periodo di blocco dei lavori, l'opera è stata inaugurata nel mese di ottobre 2014. Tratto da Wikipedia.
E questa foto… La bravura e la creatività degli architetti e degli ingegneri, capaci di ideare e poi far realizzare strutture è spettacolare. L’audacia di affiancare forme così inusuali, trattenute in geometrie avveniristiche e anche… balle da vedere, è un’abilità indubbia.
Ma anche la bravura del fotografo non è da meno, capace di vedere la “composizione”, racchiuderla in un’inquadratura.
E… (per lo meno a me) stimolare un divertito sorriso spontaneo. Sorriso che si attenua solo, perché distratto dall’edificio a destra, che entra, parendo un mega schermo televisivo, e poi, dai balconi bianchi sul verde del palazzo in secondo piano, che me lo fanno apparire simile al volto di un pupazzo di Lego.
Come un missile sulla rampa di lancio, pronto al decollo per una “missione” spaziale, eccola l’icona più accreditata del recente cambiamento. Questo affascinante edificio, assieme agli altri futuristici palazzi, che fanno parte del nuovo Centro Direzionale di Milano, hanno ridisegnato oltre che lo skyline, la nuova immagine finanziaria della nostra Città.
Nel nuovo Centro Direzionale, questa “navicella spaziale”, ha trovato il suo spazio di atterraggio, in via Giuseppe Ferrari, a lato della Stazione Garibaldi.
Ok torniamo coi piedi sulla terra… In questa bella foto, si vedono, uno (il grattacielo) appoggiato all’altra, le due differenti e contraddittorie realtà (abitative/lavorative) presenti sullo stesso territorio.
Bravo Michele… elbor