Settembre 2015
Era meglio andare in barca. Eccoci al secondo appuntamento con “Le cartoline di Maurizio”. Io che ho visto il materiale prima… ti posso garantire che anche questa volta le immagini che ci propone sono belle, oltre che interessanti, infatti, continuando il tema dei Navigli …
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… questa volta ci propone il Naviglio Vercellino, anche detto di San Gerolamo.
Il Naviglio di San Gerolamo
E qui, è Maurizio che ci racconta; dopo quello di Viarenna, proseguiamo il nostro viaggio nella “Milano che fu” con un altro tratto di Naviglio scomparso, quello della cerchia interna: il Naviglio Vercellino, meglio conosciuto come Naviglio di San Gerolamo. Interrato… “già questa parola mi da un dolore al petto”, tra il 1894 e il 1896, è stato il primo ad essere sacrificato “eccone un’altra” dall’allora Piano regolatore Beruto, dal nome dell’ingegner Cesare Beruto, che lo caldeggiò e lo portò a termine. Tale decisione venne presa in virtù del fatto che il Naviglio di San Gerolamo non era considerato utile per la navigazione. Questo Naviglio iniziava il suo percorso dall’attuale P.zza Resistenza Partigiana, (De Amicis – Cesare Correnti – Mulino delle Armi – C.so Genova) in corrispondenza della biforcazione col Ramo di Viarenna, (Cartolina n° 1 mese precedente) proseguiva per la Via De Amicis, entrava in Via Carducci ed infine terminava in P.zza Cadorna. In passato le sue acque si spingevano sino al fossato del Castello Sforzesco, costituendone un ulteriore baluardo difensivo.
Il Naviglio di San Gerolamo prende il suo nome dalla vecchia toponomastica della città. Come mostra la prima foto, del 1885, nell’attuale via Carducci, che parte da via San Vittore sino in corso Magenta, si vede il portone del Convento di San Gerolamo, oggi scomparso.
A questo tratto fluviale della Milano ottocentesca, era stato dato il nome di Naviglio San Gerolamo, per la presenza, oggi scomparso, del Convento di San Gerolamo, appunto, che si trovava nel tratto che oggi è quello che va da San Vittore e Corso Magenta.
I numeri, indicano sulla mappa stradale odierna, le posizioni alle quali
si riferiscono le successive cinque immagini.
Questo tratto è ripreso dal ponte che si trovava all’incrocio di via S. Vittore, in corrispondenza della Pusterla Di S. Ambrogio, in direzione di C.so Magenta. Celata nell’ombra del palazzo, si intravede la sagoma di una carrozza col suo brumista che ci viene incontro. El brumista… l’antesignano degli attuali tassisti, ma sprovvisto di… RadioTaxi, GPS, Pos, etc.
In questa seconda foto, uno scatto del 1885, come anticipato, si vede lo scomparso Convento di San Gerolamo, nel tratto che attualmente va da via Carducci quasi all’angolo con via San Vittore, in direzione corso Magenta. Nel portone prima dell’entrata del Convento, un ottocentesco milanese, con cilindro, attende di entrare nella corte.
Qui, il Naviglio ripreso dalla parte opposta della foto precedente… esattamente da dove ora c’è il famoso “Bar Magenta”.
Mentre questo scatto mostra il Ponte sul Naviglio di S. Gerolamo in corrispondenza dell’incrocio tra Largo D’Ancona e Corso Magenta.
Infine, la quinta foto ritrae l’ultimo tratto del Naviglio Verso P.zza Cadorna …sullo sfondo il Castello Sforzesco ancora nella sua forma, prima dei restauri del Beltrami iniziati nel 1893.
Particolare. Le cinque macchie scure, sulla strada, a sinistra in primo piano, non è un difetto della lastra fotografica, ma… polina (cacca di cavallo). Ricordo da bambino che mia nonna, che viveva in via degli Etruschi, vicino all’ortomercato, la raccoglieva (per i gerani) in viale Molise, perché passavano i carretti all’ora ancora trainati dai cavalli.
Domanda. Cosa avranno detto alla propria moglie i tipi qui in primo piano, la sera, tornati a casa, se la signora “reclamava” perché il marito, subito dopo cena… el pesa i pòmm ancamò in sul tavol. Gli avrà risposto: Lassom a sta che hoo tiraa el carel tot el di.