Luglio 2015
Certo lo so, a volte è tanto il desiderio che sia come vuoi tu, che immagini cose poi impossibili da verificare, solo per soddisfare il tuo desiderio. E certamente così è successo, quando ho visto la foto, della quale ti mosto questo particolare. È Artemio Nicolini con…
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… Andiamo con ordine. Come già detto, in questo viaggio ho frugato nelle cose/carte di papà, rimaste a Puerto. Tra queste ho trovato questa foto, dove riconosco Artemio Nicolini seduto ed un uomo, che suppongo essere un ex-collega, che forse anche papà conosceva. La foto stava tra la corrispondenza dell'Artemio inviata al viejo. Se qualcuno lo riconosce e me lo dice, cercherò di entrare in contatto con lui.
Chiarimento… Nello strillo su facebook, un po’ grossolanamente, con Photoshop
l’ho cancellato, solo per esigenze di inquadratura questo ipotetico collega.
Dell’Artemio sapevo che era stato un vigile, che forse aveva lavorato al Comando di P.ta Venezia con papà, e che era un po’ più vecchio sia di età che di matricola. Nicolas, come lo chiamava el viejo, era un amico e un compagno, amava fare viaggi impegnativi in paesi esotici assieme alla moglie, che aveva perso da non moltissimo tempo. Era un uomo che aveva avuto una vita densa di episodi ed aneddoti inusuali, con una voce forte e squillante, parlava in milanese e quando lui e papà si parlavano al telefono, sentivo quello che gli diceva. L’ho conosciuto qualche anno prima che papà si ammalasse, quando era venuto a Puerto, col nipote, a trovare papà e mamma. Siccome mi era simpatico, qualche volta sono andato a trovarlo, prima che lo chiudesse, quando andava al circolo degli anziani alla scuola del Corpo, a portare i saluti di papà e a fare quattro chiacchiere.
Un giorno papà, mi ha detto che il braccialetto che mi stava mostrando, era un regalo dell’Artemio, che era quello che indossava il giorno in cui, la nave su cui era imbarcato a militare, era stata colpita ed affondata da un siluro.
Eccolo…
Sarà che è lo stesso che porta al braccio?
In verità dall’ingrandimento non sembra proprio un bracciate a catenella,
e tanto meno, “quel” bracciale, ma… mi piace pensarlo.
Scartabellando nella busta dove c’era questa e altre foto di e con dei colleghi, quando erano giovani, c’erano anche dei biglietti scritti da Artemio, che lo salutava. Tra i quali anche questo:
Allora mi sono messo alla ricerca del racconto. Ho trovato un fascicoletto stampato su carta riciclata, graffato in tre punti per il lato lungo, dal titolo: Sporchi di luce, e sotto: di Fabrizio Canciani. Sfogliando le prima delle quindici pagine, ho capito che era ciò che stavo cercando, ma è stata l’ultima che me ne ha dato la certezza che era quello del biglietto dell’Artemio.
Come già sai, sono un dislessico di quelli fortemente affetti da questo disturbo, perciò ho cominciato a leggere qua e là, per tentare di capire subito se mi fosse interessato. A un certo punto, sono andato a letto e l’ho iniziato da capo, proprio come si fa (suppongo) quando si dà a ciò che leggerai la giusta tranquillità ed attenzione che merita. Sono arrivato a metà circa, e non sono andato oltre solo perché il sonno mi chiudeva gli occhi. Mi sono addormentato pensando a ciò che avevo letto e a come avrei fatto per contattare l’autore, questo Fabrizio Canciani, per farmi dare il permesso di pubblicarlo e magari avere più informazioni su Artemio. La sera seguente, scordando il mio disturbo di lettura, l’ho terminato. Sono convinto che piacerà anche a te.
Qualche giorno dopo, ho telefonato alla “mia redazione”, al mio braccio destro, (qui… permettimi di farle una “sviolinata” così magari mi sopporta ancora qualche aggiornamento) cioè alla persona che con i suoi consigli, indicazioni, informazioni e correzioni, permette che sul sito che stai leggendo, ci siano solo la metà degli errori che ci sarebbero, se non avessi la sua collaborazione. Tieni conto poi che, delle “cazzate” che hai riscontrato, ¾ sono mie sviste o refusi a correzioni già segnalate e le restanti sono presenti in brani che non le ho sottoposto. Ok…sviolinata finita.
Comunque, quando le ho chiesto se conosceva un certo Fabrizio Canciani e come avrei potuto mettermi in contatto, mi ha risposto: bravo Fabrizio, era proprio bravo, scriveva bene. Il collega è morto di sla da non molto tempo.
Tornato a casa ho fatto una breve ricerca in rete e ho subito trovato la sua pagina facebook e anche sul sito (Orasenzombra ) nel quale c’è il toccante saluto dello stesso Fabrizio che ti invito a leggere. Ho inviato subito un messaggio su facebook chiedendo di entrare in contatto con chi si occupa della pagina, ma… allora ho cominciato a chiedere ad ex-colleghi e al Fondo Benefico V.U. ma… (periodo di ferie: no buono!).
Ora forse c’è la possibilità che riceva una mail alla quale spedire, motivazione e richiesta per ricevere il consenso a pubblicare, qui sul sito, questo… davvero bel racconto, tratto da una storia veramente accaduta ad Artemio Nicolini, che ha regalato a papà “QUEL” bracciale e voluto che leggesse la storia narrata dalla penna di Fabrizio Canciani. Sarebbe come allacciare virtualmente questo bracciale al polso di tutti e tre contemporaneamente.
Scusa la lungaggine nello spiegare i fatti, ma mi pareva giusto e rispettoso per tutti e tre. Ora, spero di ricevere presto una risposta positiva e pubblicare sul prossimo aggiornamento il racconto di Fabrizio Canciani: Sporchi di Luce.
elbor