Ottober 2019
In settembre, questo importante personaggio della tradizione e cultura milanese ci ha lasciati.
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Con questo post, desidero mandare a l’Ezio Soffientini un abbraccio forte ed un ringraziamento per avermi consigliato e aiutato quando gliel’ho chiesto ed… allertato quando ha pensato che ne avessi bisogno. Come spesso accade, quando si potrebbe/dovrebbe, lo si rimanda, col risultato di… non farlo direttamente.
Praticamente coetanei, un solo anno di differenza, l’Ezio e l’Elio hanno parecchio in… “comune” . L’Ezio amava dire che quella con mio padre, è una storie di vite parallele. Ed in effetti…
Iniziata da giovani al Calvairaa, come tutti i ragazzini (se già non lavoravano o quando terminavano) scorrazzavano in bici da una parte all’atra del quartiere, ad inventarsi scherzi da fare ai più ingenui, a currigh a dree ai tosan - anche mia madre era del Calvairate - oppure… “a fà la guerra dii sass con quei de la Trecca”.
Ricordo di una volta, che sono andato a casa sua per fotografare un suo quadro, da pubblicare sul depliant di una collettiva a cui aveva accattato di partecipare. Mi sono fermato poi per fà quatter ciaccer, e l’Ezio mi ha raccontato, entusiasta e divertito, con un po’ di nostalgia, “i stupidat che faseumm de fioeu” al Calvairate.
Il racconto, raccontato in un perfetto dialetto milanese, era tanto musicale e fotografico da incantarmi. Dipingeva i personaggi “incredibili”… con soprannomi “irriverenti” protagonisti di situazioni tragicomiche, ambientate in set surreali. Erano spezzoni di una Milano neorealista mai vista in nessun film. (Neppure il capolavoro “Miracolo a Milano”di De Sica, che pure contiene momenti cinematografici molto vicini alla Nostra Cultura, riproduce realisticamente il neorealismo delle periferie meneghine dell’immediato Dopo Guerra).
Dopo la Guerra, da giovanotti, hanno prestato servizio militare nei Pompieri: un amore per il Corpo ed i colleghi c”he l’è restaa in del fidich”- mi diceva. Anche l’Ezio, come tutti i pompieri, era un atleta ed un bell’uomo, e lo è rimasto anche in età matura.
Dopo il congedo, è andato a lavorare in una tipografia, ma a causa di una forte allergia ai colori tipografici, ha dovuto cercare un'altra occupazione. È entrato in dii Sorvejiant, dove ha ritrovato papà.
È probabile che già a quell’epoca avesse la passione di dipingere ed a frequentare gallerie, circoli artistici e colleghi pittori. L’amore per la sua Città ed il talento artistico, (a mio parere ottimo acquarellista) l’hanno portato spesso a dipingere paesaggi o scorci o monumenti di vita tipicamente milanese o lombarda.
L’estro e la creatività dell’Ezio Soffientini pittore, l’hanno visto esporre in numerose ed importanti gallerie e partecipare a diversi concorsi, ricevendo premi e riconoscimenti. La pittura è stata una passione che solo negli ultimi anni di vita, a causa delle oggettive difficoltà, non ha potuto continuare a coltivare.
Non mi è possibile tracciare un ritratto dell’Ezio, anche se incompleto, senza ricordare la sua generosità e disponibilità.
Due tra e tante volte. Essendo un pittore conosciuto ed apprezzato, la presenza del suo nome in un’iniziativa è sempre una garanzia dell’ottimo livello artistico. Così, quando gli ho chiesto se volesse partecipare, esponendo alcune sue opere alle collettive “SEI di Milano... Anca numm.” e “L’AMBROSIN DE LEGN 2017” el see minga tirà in dree. Come semper.
Di seguito, la foto ricordo dei partecipanti alla “SEI di Milano... Anca numm ed una sua opera”.
Ed ancora, la riproduzione della copertina del Lunari 2018, dove ho aggiunto il quadro prestato per el Lunari. Seguono alcune sue opere esposte alla collettiva di gennaio 2018, al SEICENTRO al termine de “L’AMBROSIN DE LEGN 2017”.
Qui due opere, sopra dell’Ezio e sotto dell’Elio regalate all’Associazione Martinitt e Settline.
Dimenticavooooooo Una importantissima “l’esperienza” che FORTUNATAMENTE (per papà) non ha trovato corrispondenza nella loro storia di vite parallele, è stata… l’orfanotrofio. L’Ezio Soffientini è stato un Martinitt.
Da bambino, in seguito alla morte della madre (mi pare…) l’Ezio è stato messo in collegio, dove ci è rimasto per otto anni. A differenza di molti ex Martinitt, che ricordano il periodo trascorso in collegio con dolore per la mancanza della famiglia, ma anche con “gratitudine” per averla sostituita, il Nostro non aveva un ricordo totalmente nostalgico di quel periodo. Provava, anche dopo tanti anni, ancora un certo risentimento per alcuni trattamenti ingiusti da parte dei tutori, verso gli “ospiti”. Ingiustizie che non ometteva.
Infatti, tra gli ex-Martinit era l’unico (che io sappia) a ricordare oltre ai meriti, anche… “gli scheletri nell’armadio” dell’istituzione. Come le violenze, le crudeli punizioni alle quali venivano sottoposti gli orfani, quando disubbidivano, agli educatori.
Educatamente… durante le manifestazioni dall’Associazione di Martinitt e Stelline non interveniva puntualizzando la questione. Poteva capitare però… che nel dopo cerimonia, durante i consueti pour parler nell’atrio, complice la ghega e l’impronta forte della sua voce, che il suo racconto rivolto ad un gruppetto di amici (di cui facevo parte) attirasse l’attenzione del “capannello” poco distante.
Come quella volta che poco lontano, l’ex-Matrtinitt (abituale presentatore delle iniziative dell’Associazione) era intento ad elogiare il collegio con i soliti racconti istituzionali, ha visto il suo pubblico allontanarsi uno ad uno, per seguire i ben più interessanti racconti dell’Ezio. Col risultato di trovarsi in breve, solo col suo bicchiere di spumina in mano, alla ricerca di un nuovo pubblico a cui raccontare il solito nostalgico elogio. (N.d.r. L’ex-Matrtinitt in questione lo considero un poveretto, falso e viscido ma egocentrico. Considerazioni che faccio a ragion veduta e per esperienza personale. NEGATIVA ).
Qualche disubbidienza o marachella, considerando il carattere vivace e la “lingua” del Nostro Ezio, ho paura che ne abbia fatte nel suo passato di Martinitt e quindi anche di punizioni, mi fa supporre.
Con un enorme balzo in avanti nel tempo, passiamo al giovane Ezio,ma già padre di famiglia, così come lo era papà. Ancora una volta, dopo la gioventù, i Pompieri, i Sorvejiant e la pittura, la vita ha voluto che continuasse la loro storie di vite parallele.
Mi ha raccontato una volta, che era stato proprio mio padre a “convincerlo” a fare domanda venire nell’allora, quasi terminato di costruire, nuovo quartiere di case popolari, al Chiesa Rossa. Nel ’64… ultima frontiera Sud di Milano.
E pensare che papà era poco convinto del cambio fatto. Ricordo (avevo nove anni) più di una riunione coi miei nonni (paterni) per decidere questo grande passo. Saremo in grado di pagare l’affitto?
Abitavamo in due minuscoli locali di una vecchia casa in via del Turchino al 20, ed i tre bei nuovi locali lo spaventavano. La mamma – più coraggiosa – spingeva per andare.
Poi… vengo a scoprire che spingeva/incoraggiava l’Ezio a traslocare anche lui. Forse lo tranquillizzava sapere che... anca on alter Ghisa, istess de lù, l'era dree fà quell'azard.
Ok… ok… mi sto perdendo. Un altro aspetto dell’Ezio, che ho solo accennato ma che merita di essere approfondito, è… “che anca se el parlava nó, el gh’aveva la ghega del milanes”.
Nota. L’espressione ghega e la frase che la contiene, me l’ha suggerita la mia amisa Piera Bottini, alla quale ho telefonato chiedendole aiuto, perché mi dicesse una parola milanese, usata quando si desidera indicare una persona inequivocabilmente, per atteggiamento, postura, 100%... MILANESE.
L’impagabile consulente di dialetto milanese (pari solo alla Ada Lauzi, e aimè… all’Ezio Soffientini) divertita mi ha detto: “ghega – vuol dire che anca se el parlava nó, el gh’aveva la ghega del milanes”.
Istrionico ed eclettico artista, con quella ghega, l’Ezio sapeva tenere il palcoscenico, vestendo i panni del conduttore, cabarettista, attore di monologhi o cantante – famosa è la sua interpretazione de “La búsa nova” del Walter Valdi.
Qui on Soffientini sbarbaa, nei panni di conduttore ad uno spettacolo di canzoni dialettali milanesi.
Come anfitrione dello spettacolo si intrattiene col maestro Walter Valdi.
Sotto, tenta di farsi togliere una multa per sosta vietata,
fattagli dalla prima Vigilessa del Corpo dei Ghisa, Tina Guarneri. Sensa successo come si intuisce.
Qualche anno fa, mentre dà testimonianza dell’amicizia che li legava,
durante la festa per il 20esimo anniversario della scomparsa del Nino Rossi
Il parallelismo con l’Elio, si ripete per l’amicizia e la stima che i due provavano per il Nino Rossi.
Grande cantautore che ci ha lasciato dei gioielli e delle pietre miliari della nuova canzone dialettale milanese. Amava suonare e cantare le sue canzoni in osteria, come una volta, una tra tutte; la Brioschina, in piazza Carrara – a duu pass de cà. Anche per questo, sia l’Ezio che papà hanno passato diverse sere in compagnia degli amici ad ascoltare e cantare in compagnia.
Un simpatico aneddoto, che mi ha raccontato l’Ezio, descrive bene i caratteri dell’Ezio e del Nino, e quello di papà. (Solamente per lo specifico contesto/argomento).
Papà era innamorato perso per Cuba e la rivoluzione che quel Popolo aveva fatto. Ormai da tempo, accompagnava gruppi di turisti nell’isola, non so dirti se… abbia organizzato (o meglio… più facilmente, se gli abbiano chiesto di organizzare) un viaggio a Cuba, per accompagnare un gruppo di amici meneghini.
La Habana: Bodeguita del medio, l'Elio al centro, alla sua sinistra, con gli occhiali, i
l Nino Rossi, mentre alla sua destra, il secondo è l’Ezio Soffientini.
In primo piano, a sinistra, bellissima e sorridente è la Nemi. La mia mamma. Gli altri commensali erano amici del gruppo di milanesi dei quali non conosco i nomi.
Per tutti i giorni della vacanza, papà ha organizzato e condotto gli amici milanesi, a conoscere tutte le attrazioni che… “CUBA, primer territorio libre de America” offriva ai turisti. Sto parlando della fine del secolo scorso, quando Fidel era el lider Maxinmo e quando Cuba aveva appena aperto ai turisti europei (purché in gruppi organizzati).
Dopo avergli fatto visitare il Museo de la Revolucion, la Piazza de la Revolucion, la fabbrica di sigari Puro Habanos, gestita dagli operai… de la Revolucion, xxx de la Revolucion, etc. etc. de la Revolucion, l’ultima sera li ha portati al Tropicana per assistere allo spettacolo/musicol del corpo di ballo de La Havana, neanche a dirlo, de la Revolucion.
Huè… l’era ora che te me menavett a vedè on poo de gamb e bei coo, a ballà!
Ti lascio immaginare chi ha detto questa frase, mentre il Nino Rossi… alzando il secondo daiquiri, annuiva sghignazzando.
Era straordinario anche per la simpatia e professionalità quando per un giorno alla settimana, per più trent’anni, ha condotto, “Tra ‘l gnacch e ‘l petàcch” una trasmissione da lui ideata, che comprendeva vivaci chiacchierate (sempre e solo in milanese) con ospiti illustri ed il suo affezionato pubblico. Un format molto apprezzato dal pubblico dell’emittente dialettale di Milano.
Seguono alcune immagini dell’Ezio Soffientini.
Con la Rita, la sua donna da… non so dire quanto tempo, ed alcuni.
In platea con la Rita
Sempre la Rita con l’Angelo Truffi dei CantaMilano
Un quadro del papà, suppongo degli anni ’60. Si tratta di via Fiori Chiari, i zona Brera, dove… sino all’approvazione della famosa “Legge Merlin” 1958 esisteva una casa di tolleranza. Ne parla l'Ezio del video che segue.
Son andato a funerale, che si è tenuto alle 14:30 del pomeriggio, del penultimo venerdì di settembre, alla nostra Chiesa del quartiere (Chiesa Rossa) – S.A.M.Z. Sant’Antonio Maria Zaccaria, che ormai da anni frequento una volta alla settimana.
C’era una bella rappresentanza di ex-colleghi Vigili Urbani, del Gruppo Ricreativo del Corpo, in divisa.Il Gruppo Ricreativo col quale per anni, l’Ezio ha collaborato non solo nel tradizionale spettacolo che organizzano annualmente. È stato inviato dal Comando, il picchetto d’Onore della Polizia Municipale di Milano – i sorvejiant - con i Gonfaloni di rappresentanza del Corpo, e poi c’era un discreto numero (tenuto conto il proibitivo orario pomeridiano, del persistente caldo estivo e dell’età degli amici e conoscenti dell’Ezio). Conoscenti ed amici, tra i quali ho riconosciuto “I CantaMIlano” ed alcuni frequentatori dei circoli culturali milanesi, l’ex-Martinitt “riconoscente”già citato, se no ricordo male, credo con un collega con lo stendardo dell’orfanotrofio. E… naturalmente la Rita. La donna che per tanti anni gli è stata vicino, che… dopo la dipartita del suo uomo, (in un momento così difficile) si è comportata come lui avrebbe voluto, gestendo al meglio una difficile situazione che si è creata. Un abbraccio forte ed un ringraziamento anche te Rita.
Nell’insieme la cerimonia funebre si è svolta con la sobrietà e compostezza che… suppongo, il personaggio avrebbe gradito. Unico momento che non ho apprezzato (ma è una sbavatura che son certo… solo io considero tale) è stato quando, ignorante delle consuete tempistiche della Santa Messa, un oratore, smanioso di salire sul pulpito, per manifestare ai presenti il proprio ricordo del defunto, si è messo a passeggiare sotto al sacerdote, mentre questi ancora stava omaggiando e ricordando il defunto.
Tornato a sedersi, ha fatto un secondo tentativo, questa volta bloccato della parrocchiana che assisteva Don Davide nella funzione. Finalmente. Conquistata la sacra cattedra, l’ha tenuta saldamente per un periodo, a me parso interminabile, non foss’altro perché non sentivo/capivo nulla di ciò che diceva, complice il calo di voce che ultimamente l’ha colpito.
Al termine della funzione, per dare l’ultimo saluto al nostro Ezio, l’Angelo Truffi dei “CantaMilano” ha cantato una canzone che ha detto essere la sua preferita, della quale purtroppo non ricordo il titolo.
Quando ormai stavamo abbandonando il piazzale della Chiesa, mentre attendevo di salutare la Rita, ho incrociato gli sguardi di un paio di personaggi della milanesità, con i quali ho avuto rapporti “culturali” (meglio definire falsità e ruffianerie, per fortuna finiti) alcuni anni fa.
Uno di questi, (l’ex-Martinitt viscido e bugiardo – già menzionato) dopo che insistentemente lo fissavo da un po’, nonostante i suoi disvii, attento a non farsi vedere da nessuno, mi ha fatto un cenno con la testa, a mò di saluto. Al quale ho risposto con una faccia da compatire.
Mi dispiace se in taluni passaggi del racconto ti son parso rancoroso o astioso. È assolutamente così. Quei passaggi sono frutto di una torto subito, e come diceva un focoso giornalista, prima che diventasse “pompiere”: “se non ci metti un po' “veleno” (verità) in quello che scrivi, scrivi per conto terzi oppure menti a te stesso”.
Ciao Ezio, salùdom el papà e la màmma…l’Ivo alias – elbor
A seguire tre video dell’Ezio (tutt’altro che professionali)
ma che contribuiscono a dare un’idea dalla sua simpatia e versatilità.
Clicca sulle miniature per vederli.
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